Mi avete guardata e ascoltata e c’è chi ha pianto. E io sto ancora un po’ sfranta e non m’era mai capitato. Non m’era mai capitato di leggere in altri occhi i miei occhi. E se li ho letti è … Continue reading →
Caro Touil, ti scrivo ma chissà se mai leggerai questa lettera. Ora sei rinchiuso in un CIE, struttura che non permette nemmeno la corrispondenza, per quel che ne so, nonostante chi vi sia detenuto di fatto non ha che la … Continue reading →
Atlantide è un’isola leggendaria, un’utopia, il luogo in cui in tante ci siamo sentite a casa. Abbiamo ballato la trash, ci siamo ubriacate, abbiamo fatto riunione, abbiamo intessuto relazioni abbiamo amato, abbiamo baciato, ci siamo espresse nella nostra favolosità, noncuranti … Continue reading →
Era lì, eravamo in assemblea, era di fronte a me ed era bellissima. Era lì perché è successo quel che è successo. Era bellissima. E’ bellissima. Era lì perché bellissima come è, qualcuno ha pensato di provare a rubarle la … Continue reading →
Ieri avrei voluto essere a Firenze, con le mie sorelle a urlare la rabbia per quella sentenza. Avrei voluto ribadire che non è possibile leggere certe parole nel 2015 e mentre ascoltavo le voci di chi c’era avevo i brividi … Continue reading →
Il peso della violenza che ci circonda mi cade addosso come un macigno, mentre la Turchia bombarda il Kurdistan e lascia scorrazzare l’Isis per il Medioriente e io non mi sento tranquilla. Il peso della violenza che mi circonda è … Continue reading →
Tipo che ti sembra quasi ci voglia una cosa così e poi ti svegli e vai a lavoro e pensi che è proprio così.
Incredibilmente, al ritorno da viaggi complicati con gruppi difficili, in cui si è potuto vedere con i propri occhi cosa voglia dire l’uscita dall’Eden, si è ascoltato con le proprie orecchie l’orrore e si sia vissuta tutta la propria posizione … Continue reading →
In questi giorni in cui l’orrore unisce tutti sotto il braccio dei potenti, non voglio e non posso dimenticare che l’orrore è quotidiano. L’orrore dei migranti che a Melilla si ammazzano sulle barriere di filo spinato della Fortezza Europa, che … Continue reading →
Se di scioperi dobbiamo parlare, parliamone. Parliamo della mia settimana lavorativa che dura sette giorni e di non riuscire a uscire la sera per questo. Parliamo di capitale cognitivo, del lavoro di cercare lavoro quando non lavoro o nelle pause. … Continue reading →
Monti Tiburtini – Colosseo, sulla carrozza che procede da Rebibbia a Laurentina. Una signora truccata che diresti quasi si fosse voluta fare bella con troppa cura, quella che sfocia nella grossolanità. Al telefono: “E insomma m’ha detto che s’è fatto … Continue reading →
Amo la mia città “quella del Pasquino che se la ride di voi”, quella dei romani che per essere romani hanno da salì i tre gradini di Regina Coeli, quella degli spazi occupati, ma solo nei momenti in cui sono … Continue reading →
Era una notte fredda, di quelle che se esci lo fai perché hai tutta la voglia di vivere del primo anno di università. Ti imbacucchi, vesti giusta per andare in discoteca, trucchi quel tanto che basta, tanto sei bella, alta, … Continue reading →
A poche ore dalla giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ricordarci che è colpa nostra non fa male! Non sia mai che poi ci vengano grilli per la testa…
Con rabbia e con amore, le lacrime agli occhi, una traduzione per i miei fratelli e le mie sorelle. Nel giorno dell’indipendenza nazionale, 11 Novembre 2013, le nostre case sono state brutalmente attaccate dalle milizie fasciste. Sono arrivati ben preparati: … Continue reading →
A volte non si ha il tempo di prendere parola. A volte manca anche un po’ la voglia. Ritornare significa ritrovare tutto al proprio posto e perdere le braccia come Barbie nel video degli Aqua. Però ci sono cose che … Continue reading →
Questo post l’ho salvato per pubblicarlo il Primo Maggio, festa per chi lavora male e chi non lavora affatto, e poi l’ho scordato. Nel frattempo sono successe varie cose, tra cui la scoperta che in Polonia la generazione che mi … Continue reading →
La polvere, aspettare una automobile che ci si carichi. Venire scortati da due ubriachi del mattino, chissà da quanto, chissà per cosa. Fino alla fermata del bus, aspettare lì, la polvere e il vento e il sole. Poi l’autobus. La … Continue reading →
Ho visto le strade della mia città riempirsi di merda, e la chiamano merce e la vendono cara. Ho visto le ferite nei corpi dei miei compagni, feriti da lame infami. Ho visto le ferite di lame infide, lame assassine, … Continue reading →
C’è chi si sente a casa al McDonald, perché dove vai vai sono tutti uguali. In effetti è l’unica cosa che ricordo di quel libro che deve essere stato interessantissimo che scrisse Jovanotti, Il grande boh! e che lessi in … Continue reading →
24 Dicembre. Tradizionalmente in famiglia si va a casa dei nonni paterni. Una volta era il momento più ambito. Tanto da mangiare, gli zii che sembravano così simpatici e goderecci, un po’ ubriachi a fine cena, la cugina quella bona … Continue reading →