Mi avete guardata e ascoltata e c’è chi ha pianto. E io sto ancora un po’ sfranta e non m’era mai capitato. Non m’era mai capitato di leggere in altri occhi i miei occhi. E se li ho letti è … Continue reading →
Hearts starve as well as bodies, give us bread, but give us roses. As we come marching, marching, un-numbered women dead Go crying through our singing their ancient call for bread, Small art and love and beauty their trudging spirits … Continue reading →
Danzo in oscuri luoghi, danzo da sola ché non so portare né essere portata, ma so bene come autogestire le mie ansie i miei problemi i miei dubbi. Ovvero non gestirli, inondare di parole chiunque su un dato argomento, aspettare … Continue reading →
Alle cose che d’estate se ne vanno, a chi leggerà e a chi no. Sperando di non urtare la sensibilità di nessuno. Spezzo la catena cantautoriale con qualche parola di pancia e un po’ di lacrime in fondo agli occhi, … Continue reading →
In un pigro sabato lavorativo si entri per affogarsi nel caffè e dare ai dispiaceri la forma di un gelato con panna e non si possa fare a meno di canticchiare la canzone che gli altoparlanti mandano proprio per te. … Continue reading →
Da troppo tempo manco dallo scrivere ciò che passa per questa mente così fragile, così complicata, così “dolcemente” frastornata. Molte acque sono passate sotto i ponti, alcuni portoni sono stati aperti e parecchie notti sono state passate insieme. Sembrano passati … Continue reading →
Oggi è un giorno in cui potrei parlare di metropoli come habitat naturale, crisi politiche, voglia di montagna. Invece parlerò di una formalità: la differenza tra qualità e quantità. Nell’ambiente in cui mi muovo, cospiro e agisco spesso si parla … Continue reading →
Chissà se di cose pubbliche rimarrà traccia. Intanto diamoci alle canzonette: Dissociandosi dalle conclusioni sessiste, sperando nelle conclusioni di speranza.
Nostalgia canaglia che mi hai fatta ritornare per ritrovare tutto diverso tutto uguale. Nostalgia canaglia che mi metti il mal di mare, l’ansia da voli da prenotare. Non bisognerebbe mai ritornare, non pensavo che la mitizzazione di passati epici avrebbe … Continue reading →
Eccoci qua, di nuovo in patria, tra gli sbrocchi e le ansie di casa e una vita che non si sa dove andrà a finire. Uno zaino che per quanto grosso non è riuscito come al solito a riportare tutto: … Continue reading →
Succede che si torni indietro, si vada avanti. Facciamo un viaggio in autostop? Chi ci ha detto che eravamo pazzi a fare la Bologna Firenze a piedi non ci conosceva bene. Allora andiamo a Lublino e poi in Ucraina. Leopoli, … Continue reading →
Vorrei che questo mondo brutto fosse un po’ meno brutto. Che ci fossero meno repressione, meno TAV, meno estradizioni, meno idioti di qualsiasi squadra calcistica, meno violenza di genere e meno divisioni di classe, razza, capacità. Eccetera. Però alla pace … Continue reading →
24 Dicembre. Tradizionalmente in famiglia si va a casa dei nonni paterni. Una volta era il momento più ambito. Tanto da mangiare, gli zii che sembravano così simpatici e goderecci, un po’ ubriachi a fine cena, la cugina quella bona … Continue reading →
Si finisce così, di casa in casa, rotolando su divani e letti e poltrone letto. E si vedono città dimenticate e città che non si sarebbero mai immaginate. Si vulcanizza sulla propria pelle il desiderio e la paura, si leggono … Continue reading →
Dall’ultima volta che ho aggiornato queste pagine ne sono successe di cose. Troppe per essere raccontate e per avere il tempo di raccontarle. Tra queste ci sono un sacco di no. No a gente che mi piaceva, ma che non … Continue reading →
Conta fino a 10. Conta fino a 1000. 1000 battiti del cuore. 10×100. Un battito all’anno. Un battito dietro le sbarre. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10. Compagne e compagni. Non sto pensando a voi. Genova … Continue reading →
Il groppo allo stomaco quando arriva arriva e non c’è niente che possa fermarlo. Arriva quando si guarda l’orologio e si capisce che il tempo residuo è così poco che non ci si riuscirà a salutare tutte e tutti, vedere … Continue reading →
Alla fine l’ho letto pure io. Dopo tutte e tutti. Ho riso, mi si è stretto lo stomaco, ho pensato di nuovo che avevo perso certe cose, o meglio , che ero gelosa della condivisione. [imparare il poliamore non era … Continue reading →
Improvvisamente, ma forse nemmeno troppo, è successo. Ho fatto (abbiamo?) l’amore come se fosse l’ultima volta, come se davvero fossimo coppia. http://www.youtube.com/watch?v=VBDQsxu_FsU&feature=related Sono solo parole. Parole che mi fanno eccitare, stare bene. Sono parole povere, perché non parliamo nella nostra … Continue reading →
Quando tornerai dall’estero avrai imparato che gli stati li fanno i militari, i confini e i partiti torturatori. Che le nostre pallide false democrazie sono niente in confronto a certo est a certi finti comunismi. Quando tornerai dall’estero avrai imparato … Continue reading →