Hearts starve as well as bodies, give us bread, but give us roses. As we come marching, marching, un-numbered women dead Go crying through our singing their ancient call for bread, Small art and love and beauty their trudging spirits … Continue reading →
Questo post l’ho salvato per pubblicarlo il Primo Maggio, festa per chi lavora male e chi non lavora affatto, e poi l’ho scordato. Nel frattempo sono successe varie cose, tra cui la scoperta che in Polonia la generazione che mi … Continue reading →
Quando ho iniziato ad approcciare il “movimento” mi riecheggiava ancora in mente l’idea di fare del mio meglio per lasciare il mondo un po’ migliore. Nonostante la provenienza di queste ne fosse lontana, mi sembravano così vicine a quell’”another world … Continue reading →
La storia segue cicli e ricicli, ma mai nessun ciclo è uguale all’altro, come non lo sono i maglioni di pile dalle bottiglie con cui sono stati ricavati. A volte, però, ci sono delle somiglianze. Quando il capitalismo si stava … Continue reading →
oggi sto in presa a male ma condivido lo stesso i lavoretti a casa…
L’unica cosa buona di lavorare in un supermercato è osservare la varia umanità che lo attraversa. A partire da chi ci lavora, dalle commesse gentili e superacchittate, ai salumieri che sono sempre in vena di battute con doppi sensi di … Continue reading →