Femminismi
ABORTO IN POLONIA: UN COMUNICATO DELLE DONNE POLACCHE DI WOMEN HELP WOMEN
Categories: Mujeres Libres
????ABORTO IN POLONIA????
In Polonia è stata APPROVATA LA LEGGE CHE VIETA L’ABORTO IN CASO DI GRAVE MALFORMAZIONE, MALATTIE IRREVERSIBILI O MORTE CERTA DEL FETO.
Ad approvarlo il partito conservatore Diritto e giustizia, il PiS, il cui leader, Jarosław Kaczyński, in un’intervista rilasciata anni fa affermava che si sarebbero battuti per l’approvazione di questa legge, in modo che anche se il feto fosse nato morto sarebbe stato battezzato e seppellito con un nome.
Così in Polonia la possibilità di aborto rimane solo in caso di rischio per la vita della madre e in caso di stupro o incesto, quindi solo per il 2% dei motivi per cui si pratica aborto.
Le compagne polacche sono scese in piazza per protestare contro gli integralisti e per avere accesso libero all’aborto.
???? SIAMO VICINE ALLE COMPAGNE POLACCHE, NON SMETTEREMO DI LOTTARE.
ABORTO LIBERO , SICURO, GRATUITO PER TUTTX E OVUNQUE.
???? Di SEGUITO IL NUMERO DI ABORTO SENZA FRONTIERE: +48 222 922 597
???? IL SITO WOMEN HELP WOMEN: https://womenhelp.org/
➡️Riportiamo di seguito un comunicato delle compagne polacche tradotto, lasciamo comunque il link del blog del comunicato perché la traduzione potrebbe contenere imprecisioni:
????ABORTO OVUNQUE, DAPPERTUTTO E SEMPRE PERCHÉ C’ERA, C’È E CI SARÀ!
Report della protesta domenicale a Poznan
La protesta è iniziata domenica alle 19 precise in piazza Wolnosci. La folla minuto dopo minuto si addensava, la presenza è stata di migliaia di partecipanti che hanno sostenuto la protesta.
Anarchiche e anarchici sono entrate in piazza gridando NE’ DIO NE’ PADRONE.
Durante la protesta, un gruppo di rivoltosi *di Samba ha suonato senza tregua. La piazza è iniziata con discorsi che incoraggiano le persone a lottare per i diritti delle donne. Secondo la vergognosa sentenza del Tribunale costituzionale, IN POLONIA L’ABORTI DIVENTA IMPOSSIBILE. LE DONNE SARANNO COSTRETTE A DARE ALLA LUCE FETI NATI MORTI, CON GRAVE MALFORMAZIONI E MALATTIE IRREVERSIBILI DEL FETO.
IL DIRITTO ALLA LORO SALUTE E IL DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE È STATO COMPLETAMENTE IGNORATO DAI LEGISLATORI.
In uno dei discorsi, Katarzyba Czarnota ha citato la madre di un bambino gravemente malato e con disabilità. Questo per ricordarci quanto poco fa lo stato per i genitori di bambini con grave disabilità. Ci sono pochi servirsi per l’assistenza sociale o sono insufficiente o totalmente assenti. Il più delle volte per ovviare a queste carenze solo uno dei due genitori può andare a lavorare e, poiché i salari delle donne sono più bassi molto spesso a loro viene assegnato completamente il ruolo assistenziale e di cura.
Di recente, la protesta dei genitori del Sejm, ignorata dallo stato, ha ricordato la realtà dell’assistenza a bambino con grave disabilità. Ma non importa, l’autorità ora vuole costringere tutte le donne a prendere decisioni estremamente difficili, nonostante il fatto che molti test prenatali indichino chiaramente malattie fetali e danni irreversibili che porteranno a partorire bambini che nasceranno morti o che moriranno poco dopo la nascita. Ma le istituzioni pensano sempre di sapere cosa sia meglio.
Gli interventi sono stati cadenzate da questi slogan: “ NON SAREMO VITTIME” “FUCK PIS (PARTITO CHE ATTUALMENTE GOVERNA LA POLONIA)” “ GET THE FUCK OUT” “SIAMO INCAZZATE”, SLOGAN LEGITTIMI VISTA LA DECISIONE DELLE ISTITUZIONI.
I Co organizzatori dell’assemblea hanno letto anche “15 Tesi di Riforma Civile” in cui si richiedevano: aumento della spesa sanitaria, liquidazione del Fondo chiesa, educazione laica nelle scuole. La lettura è stata conclusa con lo slogan “GOVERNO IN MACERIE, MACERIE SUL GOVERNO”
Giustamente è stato notato che i punti elencati nella Tesi, sebbene accolti con ovazioni, non verranno attuate senza pressioni da parte della società e soprattutto non verranno accolti dall’attuale governo, motivo per cui sono necessarie le dimissioni immediate di chi è al potere.
Uno dei relatori ha ricordato quanto accaduto alla chiesa di Sw. Krzyza a Varsavia. Lì, un cruppo di neofascisti al comando di Oener Bakiewicz ha gettato giù per le scale una donna, con la partecipazione passiva della polizia, che di fatto proteggeva continuamente i neofascisti.
Al termine dei discorsi, la folla si è diretta verso Ostrów Tumski, alla sede dell’arcivescovo Stanisław Gądecki. Gli slogan sollevati continuamente sono stati: “CORPO MIO, FATTI MIEI”, “QUESTO GOVERNO SARÀ ROVESCIATO DALLE DONNE”, “FANCULO IL CLERO”, “FANCULO PiS”.
Quando la protesta ha raggiunto la cattedrale, un cordone della polizia era già di fronte al suo ingresso. Contemporaneamente, dall’impianto audio posto sull’auto che accompagnava le manifestanti una voce ha chiamato l’arcivescovo: “ APRI IL VINO, ARRIVANO GLI OSPITI”
Sfortunatamente i gerarchi della chiesa, che ospitavano con tanto entusiasmo rappresentanti del mondo della politica, non erano pronti ad incontrare le manifestanti e si sono chiusi nella loro proprietà.
In realtà nessun voleva irrompere nella chiesa, volevamo solo attaccare alla porta della cattedrale le già citate “15 Tesi di Riforma Civile”. Se può essere storicamente comprensibile il timore dei preti di tesi attaccate alla porta della loro FRAGILE E IPOCRITA ISTITUZIONE, non è giustificabile che la porta sia difesa militarmente dalla polizia di stato incordonata.
Mentre le manifestanti si avvicinavano alla porta, un uomo, un politico che nessuna conosce ha cercato di dare ordini alle donne randagie, questo atteggiamento è stato accolto con una reazione verbale molto forte. Dalla confusione scaturita la polizia ha reagito utilizzando più volte il gas, senza preavviso e senza motivo sulle donne che cercavano di avvicinarsi alla cattedrale. Donne, giornalisti e fotoreporter sono stati attaccati.
La folla ha iniziato a inveire contro la polizia urlando “ togliti l’uniforme”. La protesta è continuata mentre attivisti del gruppo medico hanno prestato primo soccorso alle ferite.
Durante la protesta a Ostrów Tumski, anche la statua di Giovanni Paolo II è stata ricoperta di vernice. Naturalmente i media di destra hanno chiamato questa azione “profanazione”. TUTTAVIA È PIÙ RAGIONEVOLE DEFINIRLI UNA FORMA DI RICONOSCIMENTO PER LE VITTIME DI PRETI PEDOFILI, CHE ERANO PROTETTI DA WOJTYLA ( GIOVANNI PAOLO II NON SAPEVA E NON VEDEVA NULLA).
Solo le persone ingenue possono credere all’ignoranza del papa, molte persone credono alle recenti interviste al cardinale Piotr Kraska. Sono incredibili le sue ammissioni di ignoranza sui crimini sessuali commessi dalla chiesa.
Alla fine, dopo mezz’ora, i manifestanti hanno lasciato l’area vicino alla cattedrale e sono tornati verso il centro, con l’obiettivo di passare di fronte l’ufficio parlamentare del PiS. Mentre camminavamo, accompagnati dalla samba e dagli slogan, abbiamo incontrato molte altre manifestazioni di solidarietà dalle persone affacciate dalle loro case.
La manifestazione ha raggiunto ul.Mlynska, ovvero il luogo dove si trova anche il Centro di detenzione e l’edificio del Tribunale distrettuale (che condanna spesso attiviste e attivisti) sotto all’ufficio del PiS abbiamo trovato incordonata la polizia.
La polizia ha bloccato la maggior parte dei manifestanti, una tattica strana visto che la polizia era attorniata dalle manifestanti e se questa folla avesse voluto davvero scontrarsi la sorte dei poliziotti non sarebbe stata delle più rosee. Lo stallo è durato diversi minuti e i poliziotti hanno ceduto ai manifestanti al grido di “la rivoluzione non si fermerà”.
È qui che è finita l’azione. È stato sottolineato che questo era solo l’inizio della protesta, abbiamo fatto dei gruppi di preparazione per i prossimi giorni.
Dopo questa protesta la polizia, con dei pretesti qualunque ha bloccato le manifestanti mentre tornavano verso le loro case. Una persona è stata arrestata. Ancora una volta la polizia ha reagito in modo aggressivo contro i manifestanti, prendendo di mira le protestanti e criminalizzando la protesta. Ancora una volta sono stati difesi gli interessi del clero, piuttosto che le donne che manifestano.
In futuro le aggressioni da parte della polizia e dello stato aumenteranno, questo viene suggerito anche nello spazio mediatico a causa dello stato d’emergenza.
LE AUTORITÀ STANNO CERCANDO DI INCOLPARCI PER L’ESCALATION DELL’EPIDEMIA E DI CONSEGUENZA PER L’INTRODUZIONE DI ULTERIORI RESTRIZIONI.
NON SIAMO NOI AD AVERE LA COLPA DI QUESTA SITUAZIONE, MA LE ISTITUZIONI.
SONO LE PERSONE CHE PRENDONO DECISIONI PER LIMITARE I DIRITTI DELLE DONNE IN UN MOMENTO IN CUI LA PANDEMIA INFURIA, METTENDO A RISCHIO LA NOSTRA SALUTE E LA NOSTRA VITA PER RAGGIUNGERE I LORO OBIETTIVI.
IL SANGUE DI GONI VITTIMA DI QUESTA SITUAZIONE ( SIA DELLE DONNE CHE VENGONO PRIVATE DEL DIRITTO DI ABORTO SIA QUELLE COLPITE DALLA PANDEMIA) È NELLE LORO MANI. E ALLA FINE NE RISPONDERANNO.
LA RIVOLUZIONE È DONNA!
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