Stiamo seguendo con apprensione ed anche tanta tristezza le notizie che giungono dal villaggio di Jinwar, nel nord della Siria, il villaggio delle donne, il luogo che rappresenta la realizzazione del sogno di una vita libera, la capacità delle donne di unire le loro forze, conoscere, e sviluppare alternative comunitarie in tutti gli aspetti della vita.
“…ora tutto ciò è direttamente minacciato dalla Turchia. Il nostro villaggio si trova a meno di tre miglia dal confine. Le bombe si stanno avvicinando. Aerei militari e droni hanno attraversato la regione. Secondo quanto riferito da gruppi jihadisti sostenuti dalla Turchia vengono posizionati proprio oltre il confine, minacciando di uccidere gli “infedeli” dall’altra parte. Queste forze continuano ad avanzare verso Jinwar da ovest…” Così Fatima Sebah Neisan, una donna di Jinwar, sul Wew York Times del 4 novembre.
Da ReteKurdistan di ieri 6 novembre, altre donne ci raccontano che resistono, che anche in condizioni estremamente difficili la lotta continua e che il 25 novembre, anniversario dell’apertura del villaggio nel 2017, loro ricorderanno quel giorno assieme a tutt* quelle che vorranno essere lì con loro. Perchè, scrivono, “… Noi siamo qui, sulla nostra terra. Noi siamo qui, nella nostra patria. Ovunque cresca vita ecologico-democratica è la nostra terra. Ogni sistema nel quale ci siano una molteplicità di nazioni, lingue, culture e fedi, è il nostro sistema. Tutte le persone che lottano per questi diritti, sono con noi.”
Noi siamo con loro.