non so voi, ma io sono un po’ ossessionata dalla coerenza.
non che riesca ad esserlo sempre – coerente – ma almeno ci provo… e soprattutto nei comportamenti che riguardano l’ambito affettivo-relazionale cerco di non predicare bene razzolando di merda e di non ripetere errori altrui che mi hanno ferita.
per dire, mi è costato anni comprendere il rancore conseguente a un mio rifiuto. non riuscivo ad accettare il fatto che una persona che mostrava un grande interesse nei miei confronti poi non volesse piú saperne di me nel caso l’interesse non fosse ricambiato con la stessa intensitá.
mi offendevo. ci stavo male. rosicavo.
d’altra parte sono sempre stata una grande sportiva e i miei due di picche me li sono presi senza fare grandi storie: le persone che mi piacevano continuavano a piacermi anche nel caso – spiacevole, certo, ma non definitivo – che dopo aver sperimentato l’intimitá la conoscenza non si evolvesse verso la costruzione di qualcosa di piú significativo.
ho quindi sempre pensato molto male di quelli e quelle che sparivano per dispetto, malissimo di chi cominciava ad avere un’attitudine vendicativa o nullificante (non so se funziona in italiano ma questo aggettivo pretende tradurre l’espressione spagnola ningunear che equivale a “cancellare, far diventare qualcuno nessuno”).
se ho cancellato qualche ex amore (inteso nella forma piú espansa del termine) dalla mia vita, non è mai stato per dispetto… fosse anche solo per una questione di orgoglio (inteso come alta consapevolezza di se’), non lasciavo mai spazio alla rabbia derivante da un rifiuto.
d’altronde ho sempre creduto che Chi non ti ama è perchè non ti merita – e nella mia vita c’era abbastanza ricambio per non dovermi preoccupare troppo.
ecco, sará che adesso – complici delle condizioni oggettive derivanti dalla mia collocazione eccentrica nell’arcipelago relazionale che in inglese definiscono seccamente come “the market” – trovo molto piú difficile approfondire in senso amoroso le mie conoscenze, sará che mi faccio vecchia, quindi sono piú intollerante, sará che ho meno pazienza…
la veritá è che sinceramente non so spiegare il perchè, ma recentemente ho avuto il dispiacere di incontrare la mia miseria. e non mi è piaciuta e siccome mi sembra coerente con quello che faccio e dico, qui la condivido.
lui non mi ha voluto.
era stato gentile, alla fine di una festa gli sono rimasta appiccicata e mi aveva invitato a casa. avevamo fatto l’amore all’alba ed era stato bello. mi sembrava di piacergli, ma poi era sparito.
ero venuta a sapere che aveva una specie di fidanzata e di conseguenza avevo fatto tantimila passi indietro, pensando che vabbè, magari capiva che gli piacevo un sacco e…
non l’aveva capito. e la storia non era continuata in nessun modo.
qualche battuta in chat, se ben ricordo – ma da una distanza abissale.
pacifico, all’apparenza.
succede.
sono cose che succedono.
e sono passati anni e ogni tanto l’ho rivisto e lui era sempre gentile e anch’io.
ma l’ultima volta gli ho fatto una specie di dispetto.
una cosa da nulla, vista con gli occhi di una che rivendica rancore, gelosia e tutta sta merda qua.
una cosa orribile, dal mio punto di vista.
una cosa di cui non riesco a smettere di vergognarmi.
stavo mangiando con un’amico. anche lui era in casa.
non l’ho invitato a sedersi con noi e nemmeno a mangiare.
lui ci ha detto un Buon appetito che m’è risuonato dentro come una martellata.
ma ho tenuto gli occhi fissi sul piatto.
cosí lui se n’è andato e quando se n’è andato io ero contenta. e mi facevo schifo allo stesso tempo.
e sono giorni che ci penso e vorrei anche chiedergli scusa, ma non lo so se capirebbe. io ci ho messo un po’ a capirlo e soprattutto ad accettarlo.
mi sono comportata come una miserabile, non c’è molto altro da dire.
a volte succede anche a chi si sforza e crede di avere il privilegio di esser “risolta”.
perchè essere femminista non significa mica esser perfetta, significa esser capace di mettersi in discussione – e di riconoscere anche le proprie incoerenze e miserie.