Che cosa è il pignarûl, più o meno è spiegato qui; una ritualità con molteplici stratificazioni storiche e diverse interpretazioni. Noi per esempio, di anno in anno vi associamo le riflessioni che ci sembrano più urgenti (qui, qui e qui gli ultimi tre) e mentre ci siamo trovat* intorno al fuoco per ricordare l’enorme crisi ambientale che ci si para davanti, le guerre presenti e incipienti, le lotte dei popoli curdo e palestinese, le aspirazioni dei popoli e delle persone che aspirano all’autodeterminazione, in quel di Pradamano, due passi da Udine, ardeva un pignarûl con miliziano dell’IS fantoccio sul palo della pira.
Il caso è riportato sul giornale locale, nello stile del giornale locale, che ovviamente, stimola i soliti commentatori del giornale locale, quasi sempre e quasi tutti grezzi e islamofobi.
Certi articoli sembrano gestiti apposta per stimolare quel tipo di commenti che sempre vanno ad ingrossare il coro intollerante sicchè quando le note arrivano alle orecchie di Salvini, ecco, arriva Salvini per passare all’incasso. E avanti con la tiritera delle nostre tradizioni, radici e culture e poi la rassicurazione a quell* che poi si sono presi paura per il pericolo di ritorsioni.
Bruciare il fantoccio per esorcizzare la paura fa bene, dice lui, supportato anche dal sociologo udinese Orioles secondo il quale possiamo stare tranquill*, i bersagli jihadisti non coincidono affatto con il paesaggio rurale del Friuli.
E’ vero, il paesaggio rurale del Friuli, dovrebbe avere ben altre paure da esorcizzare ed altri simboli da bruciare che non paure indotte e teletrasmesse, ma tant’è, più si agitano queste, meno si guarda alle altre, quelle più vicine; per dirne una, c’è un terribile elettrodotto che lo attraversa su orrendi piloni il cui primo tracciato interessava anche il comune di Pradamano ed il sindaco di allora era pure d’accordo.
Il fantoccio sul rogo è un indicatore, di ciò che si percepisce e che i fantocci politici operano per farti percepire.
Persone come Salvini sono sempre la prova del 9 di queste operazioni che invariabilmente sfociano nell’intolleranza e nell’islamofobia. E alla fine il miliziano dell’Isis non c’entra proprio niente.