Qualche giorno fa avevamo letto questa intervista alla comandante curda delle Unità di protezione popolare delle donne (Ypj) Rangin, dove, oltre che a ricordare le caratteristiche generali delle unità Ypj, si specificava quanta fosse l’ipocrisia, per dirla con una parola, della coalizione internazionale nel combattere l’isis (spesso fornito di armi americane o turche)… Era un momento in cui Kobane doveva combattere di nuovo contro i jihadisti penetrati nella città. Quell’attacco è costato 152 morti. Oggi leggiamo che l’isis a Kobane è stato sconfitto e questo ci rasserena.
Kobane non è solo simbolo di resistenza contro l’avanzata dell’orrendo califfato, è simbolo di un’altra civiltà possibile; quella che gli stati non vogliono, meno che meno la Turchia di Erdogan.
Non a caso, ieri a Roma c’è stato un presidio contro la complicità e la collaborazione del governo turco con le milizie dell’isis.
L’isis terrorizza, lo sappiamo e lo vediamo continuamente, ma, come sempre il terrore si porta dietro e davanti i suoi untori.
Che ci dice l’affermazione di questo Marco Lombardi docente dell’Università Cattolica di Milano quando afferma che: “Esiste una rete collegata al terrorismo islamico che utilizza i barconi che giungono sulle nostre spiagge per introdurre in Europa persone formate dall’Isis in Siria e in Iraq con lo specifico compito di portare la Jihad in occidente “?
Ci dice che i terroristi vengono con i barconi e soprattutto lo dice a chi vuole sentirselo dire per ripeterlo e strombazzarlo che ai barconi bisogna respingerli. Lo sappiamo a chi lo dice e che cosa fomenta. Terrore, odio, xenofobia; come se fossero una chiave per capire che cosa sta succedendo.
Già il doppio gioco della Turchia dice quanto l’analisi non sia semplice; più seria ci sembra Loretta Napoleoni… e ce ne vogliono ancora di analisi fatte a partire dalla voglia di capire e non dal solito gioco a strumentalizzare per il fatto che si incassano voti anche dal diffondere paura e spacciare sicurezza.
A tant* piacerebbe che vedessimo il nemico dappertutto, come la giornalista che nelle sagome dei sex toys vede la bandiera dell’isis al Gay Pride di Londra…
… a proposito di Gay Pride, mentre scriviamo queste righe, leggiamo che in Turchia la polizia carica e reprime pesantemente la manifestazione… tanto per mandare un messaggio all’integralismo che c’è e a quello che verrà.