Sappiamo che cosa è il razzismo e cosa è la xenofobia cui quasi sempre si accompagna.
Ci sono però diversi modi ed espressioni diverse dell’essere razzist* e xenofob*.
Una, tipica della politica leghista e destrorsa, è quell’odioso “prima gli italiani” sollevato sempre in chiave animmigrat*; un “la” che scatena l’automatismo consolidato dell’odio perchè a loro si dà tutto, mentre e noi nulla. Quello, per capirci, che fa dire a una signora di Porpetto, paese di poco più di duemila abitanti che rifiuta l’accoglienza di 8 profughi «Sono senza lavoro, ho il mutuo della casa e il mio cellulare ha dieci anni e soldi per comprarlo nuovo non ne ho: a loro danno 5 euro al mese per la ricarica e io me la devo pagare. Questa non è eguaglianza!»…
Un tristissimo esempio di ignoranza e incapacità di capire e ragionare sui problemi che ti toccano e ti travolgono, sicchè vedere ne* immigrat* l’origine dei tuoi problemi è facile, immediato e paga, paga soprattutto chi ti induce questo depistaggio del ragionamento.
Così, eccoli di nuovo, i parassiti delle tragedie epocali (delle quali peraltro, con le imprese coloniali, di sfruttamento delle risorse e retoriche militariste di ogni genere, sono pure, in diverse epoche storiche, stati complici ideologici) scendere in campo con un “campo profughi per soli italiani”.
E’ un gioco di specchi; quando mi conviene, amo l’italiano per odiare meglio lo straniero.