Cracovia è il questore di Udine e il corso è, come si dice in questo articolo, l’inaugurazione di una più ampia strategia della Questura che ha l’obiettivo di contrastare la microcriminalità.
Il debutto di questo nuovo corso ha messo in scena tre giorni tre di una cosa che a guardarla direttamente deve essere stata una specie di incubo tra il demenziale e il dittatoriale.
Tra squadra mobile, volanti, polizia scientifica, polizia ferroviaria, polizia stradale, polizia municipale, personale della divisione immigrazione, e agenti del reparto prevenzione crimine di Padova… un mayhem, un’apoteosi di divise per le strade… da non sapere a chi mostrare i connotati e dare giù la targa.
556 persone e 218 auto identificate, dodici denunciat* per motivi vari fra cui la guida in stato di ebbrezza, che almeno qualcosa si doveva pur mettere nel sacco, e un arrestato.
Chi?
Un udinese che ubriaco si è presentato a casa della moglie dalla quale si stava separando, ha sfondato una porta, è entrato in casa, ha aggredito e picchiato l’ex compagna.
Di questo episodio, non è dato sapere se la polizia che l’ha arrestato è stata chiamata o se sia capitata lì nel posto giusto al momento giusto durante l’operazione “nuovo corso”.
Nella narrazione giornalistica questo fatto è messo lì come risultato importate di tutto l’ambaradan, che quasi dovremmo augurarci retate quotidiane e capillari essendo la violenza contro le donne così diffusa.
… Eccoci qua, un altro modo per militarizzare il territorio lustrando mostrine con la salvezza delle donne.
A noi, che il contrasto alla violenza contro le donne sia usato per legittimare la repressione ci è sempre sembrata una cosa mostruosa.