Femminismi
Art for porn – le mie raccomandazioni (capitolo 1)
Categories: Malapecora

Comincia oggi a Milano un evento che forse non ha bisogno di presentazioni (ma io lo presento lo stesso, perché ridondare è bello).

Art for Porn è un’iniziativa delle Ragazze del porno, gruppo di cui faccio parte e la cui natura, scopi e risultati incuriosisce come scimmie amiche, sodali e conoscenti. Questo post peró non è pensato per soddisfare la vostra curiositá in proposito ma per ringraziare alcune persone che hanno messo a disposizione la loro arte per aiutarci nel compito (abbastanza ingrato per delle creative ma ormai ahimé necessario per chiunque voglia produrre cultura) di guadagnare dei soldi per avere i mezzi tecnici che ci consentano di portare avanti il nostro progetto.

postEmmanuelle (Slavina vista da Alessandra Tisato)

Se tutto va bene, ad Ottobre usciremo con i primi tre corti della raccolta. Insight, quello che firmiamo io e Lidia Ravviso con la sua regia è giá stato girato ed è in una fase avanzata del montaggio mentre Queen Kong e Mani di velluto, quelli di Monica Stambrini e Regina Orioli, sono in fase di preproduzione. Ognuna lavora in autonomia, ci sosteniamo a vicenda e ci consigliamo. A volte su alcune scelte non siamo d’accordo ma il tentativo è quello di operare l’una nel rispetto dell’altra, potenziandoci senza limitare la libertá creativa di ognuna. Il sesso è bello perché è vario, che sia femminile, femminista, queer o vattelapesca.

E se ne volete sapere di piú potete iscrivervi alla newsletter o seguirci attraverso il sito (al quale collaboriamo in vario modo tutte insieme all’agenzia FillBlank, che ci aiuta nella promozione).

Ma veniamo ad Art for Porn e ad alcune delle opere che troverete esposte a Le Dictateur questo finesettimana.

Penis di Erika Zanatta Figabomba (in collaborazione con Alessandra Tisato)

Penis

Due fotografe e un progetto di libro che racconta le storie di donne speciali attraverso i loro corpi. Penis è un frammento di un’opera piú vasta, un road-book che Erika e Alessandra stanno autoproducendo e che rappresenta il caleidoscopio delle loro esperienze artistiche e umane nel mondo della body art, della performance, dell’Alt Porn nel quale navigano entrambe da molti anni. Fotografe e modelle nella piattaforma SuicideGirls, avanguardia di un genere che è ormai un classico della pornografia mondiale, le due hanno maturato uno sguardo proprio e originale che le ha spinte ad andare piú in lá del formato commerciale.

La bellezza di Manko, la modella ritratta in Penis in tutto il suo pallido splendore, è prepotente, abbaglia, confonde. Il gesto autoerotico è di sfida e l’ambiguitá delle sue forme di ultradonna occhieggia dallo slip: che cosa ci sará sotto quelle mutande?

Donna è chi la donna fa – e in un mondo che ci vorrebbe zitte e sottomesse al desiderio altrui questa continua ad essere una grande sfida.

 

Khaos di Luca Jacob Cogas

untitled (Luca Jacob Cogas)

Se c’è qualcuno che riesce a interpretare e dare forma all’ecosessualitá (il movimento estetico-politico promosso da Annie Sprinkle e Beth Stephens), quello è Luca.

Agli artisti non viene richiesta coerenza: possono essere capaci di produrre opere sublimi ed essere persone meschine (un nome per tutti, quello di Jacques Louis David, maestro del neoclassicismo e orrendo voltagabbana). Eppure quando la vita riesce a coincidere con l’opera, la forza che questa trasmette ha qualcosa di piú scintillante, piú autentico. Cattura e trascina.

Le fotografie della serie Khaos superano la dialettica essere umano-Natura. I personaggi ritratti trascendono le loro forme umane e la Natura mostra un volto segreto, accessibile solo a coloro che la prendono come amanti.

untitled (Luca Jacob Cogas)

Luca è un viaggiatore, un’anima nomade che si muove nel mondo con il passo leggero e le scarpe pesanti. Il suo sorriso trasmette la stessa armonia che pervade le sue immagini, che non rappresentano l’incanto facile, non fermano la bellezza ma rappresentano un continuum silenzioso con la Terra e le sue meraviglie.

Le sue prospettive non sono mai banali e i corpi rappresentati, pur rispondendo a dei criteri di plasticitá classica superano gli stereotipi, reinventano l’umano in una forma che non è solo compatibile con l’ambiente, ma sensualmente integrata, inscindibile.

untitled (Luca Jacob Cogas)

In un mondo adulterato, le raffigurazioni del Khaos rivendicano una bellezza autentica e possibile.

untitled (Luca Jacob Cogas)

[…] Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s’abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l’anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d’intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno piú languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità. […]
(da I limoni – E. Montale)

(continua, ma intanto ringrazio Claudia Torresani per la preziosa e indispensabile collaborazione)

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