questa settimana la Posta del culo si occupa del poliamore, ma anche no…
Ciao Slavina,
vengo a te, un po’ perché ho sempre sognato di scrivere alla posta del cuore (figurati alla posta del culo), un po’ perché un consiglio lo vorrei davvero e a volte è più facile chiederli a chi non si conosce che agli amici di una vita (molto, molto più facile).
Il tema è il poliamore, circa.
Ma andando con ordine e cercando di non essere prolissa:
sto con un ragazzo da circa 6 anni. Relazione nata chiusa e monogama dal punto di vista affettivo con degli spiragli di aperture esclusivamente sessuali in nome della sacrosanta sperimentazione (e curiosità, e divertimento, etc.). Inizialmente mi “vendo” come una disposta a chissà quali giochi e situazioni, mi rivelo per lui una sòla. L’amore è comunque molto e la gelosia moltissima, da entrambe le parti. Passano gli anni, si cerca periodicamente di lavorare, contemporaneamente, sui due fronti: gelosia/morbosità e apertura/relax in camera da letto. Lui sempre molto propositivo, io molto chiusa (spesso tacciata di bigottismo). In sintesi la sua idea è: io (lui, egli) ho bisogno di sperimentare a letto, di farlo con altre persone insieme a te, di orge, di scambi, di scopate-con-altre-mentre -so-che-tu-ti-scopi-felicemente-un-altro/a-e-poi-ci-rivediamo-e-ci-amiamo-ancora-di-più-e-chissenefrega-di-chi-ci-siamo-scopati. E non voglio dire che non sono d’accordo, ora, ma forse in passato non lo ero, ero molto spaventata e confusa e ogni discorso carico di buone intenzioni non si traduceva in realtà. Anche perché, parallelamente, nel sesso “semplice” a due non ci siamo mai trovati troppo: lo eccitano cose che a me semplicemente annoiano (senza moralismi di mezzo) e sono poco stimolata a chiedergli cosa vorrei invece io (forse non mi fanno impazzire le sue reazioni). Potrei essere ancora più sintetica: intellettualmente e affettivamente siamo sempre stati molto affini, sessualmente non si è mai trovata una felicità.
Ora, dopo 6 anni, mentre i progetti lavorativi (siamo entrambi web designer e lavoriamo da sempre insieme) ci danno sempre più soddisfazione e tutti ci vedono come una gran coppia (ahia! altro mio punto debolissimo: cosa pensano gli altri di me) siamo certamente più liberi: abbiamo fatto passi enormi per quanto riguarda la gelosia e il sesso è una roba un poco più leggera. Ma la comunicazione langue: ho delle grosse difficoltà a comunicare, in tutti i campi della mia vita. Io, che dentro di me sento un vulcano, che (ora! non qualche anno fa, data la mia dipendenza da lui) sento una gran voglia di libertà, di scoperta, io che sono sempre stata bi-curiosa e forse pansessuale (??), io che mi sono rotta il cazzo di molti tabù…non comunico. Ho sempre avuto un rapporto privilegiato con la menzogna, mentire è ciò che mi è sempre riuscito meglio, oltre all’omissione. Mi sottraggo alle responsabilità in questo modo.
E, qui vengo al dunque, vorrei parlargli di poliamore.
So già che ai suoi occhi il concetto non è una bestemmia ma non so esattamente come reagirebbe: se il sesso per lui è sempre stato un argomento free (e io in questo l’ho castrato fino a farlo sentire un “pervertito” solo per le mie gelosie) cosa penserebbe se improvvisamente gli andassi a parlare di relazioni affettive multiple? Penserebbe che mi piace un’altra persona, e avrebbe ragione. E mi piacciono entrambi, in modi diversi. E sono molto spaventata.
Non è la prima volta che mi piace un’altra persona da quando sto con lui ma è la prima volta che vorrei non viverla come un’infedeltà ma come una possibilità. Ma poi penso: non è il mio un pensiero comodo? Se ce l’avesse lui un’altr* che gli piace, come reagirei? Sarei davvero capace di gestire delle relazioni poliamorose (si dice così?) o è solo una cotta data dalla noia di 6 anni di sesso che potrebbe andare sicuramente meglio? E davvero lui non è “a rischio” di attrazione affettiva ma solo sessuale (e sono leggera e temporanea) come sembra farmi credere?
Altra cosa: finora mi sembrano tutti confusi sul poliamore. Alcuni “praticanti” mi sembrano proprio un po’ scemi: c’è chi lo presenta in maniera così superficiale da essere un po’ ridicolo, c’è chi mi sembra un santone in pace col mondo che parla di cose idilliache che ha raggiunto grazie allo spirito puro e leale del poliamore. Alcuni mi sembrano facenti parte di una setta (brrr) in cui è obbligatorio sorridere ed essere felici se la persona che ami se la spassa con un altro (o ti dice con tranquillità: “c’ho da fare ora, perché non chiami l’altr* tu* tip* e gli/le racconti i tuoi problemi?”), altri mi ricordano quei coglioni dei miei genitori che nei bei tempi andati non credevano nella coppia né nella famiglia e hanno fatto una marea di cose in nome di questo “non-credo” che ancora ricordano con sofferenza (sono poi rientrati entrambi ampiamente “nei ranghi”).
Insomma, Slavina, a parte andare dal Mago di Oz e chiedergli un po’ di coraggio, secondo te che devo fare?
Grazie intanto per avermi letta.
Mi permetto di darti un abbraccio virtuale
a presto,
Carlottaquellachenonvolevaessereprolissa
Cara Carlotta,
quante cose insieme
sperando di arrivare a sciogliere almeno uno dei nodi che mi presenti, ti dico intanto la mia sul poliamore e la gelosia. Prima di darti qualsiasi tipo di consiglio, mi sembra corretto che tu sappia da dove parlo.
Io sul poliamore non riesco a teorizzare. Lo pratico, e attraverso la pratica imparo delle modalitá di relazione che vanno bene per me e che spero vadano bene anche per chi amo. Credo che il senso piú profondo del concetto di poliamore – che la denominazione centrata sulla “quantitá” non coglie appieno – sia il fatto di potersi costruire una rete relazionale sessoaffettiva “su misura” quando i modelli normativi non ci soddisfano. E credo che ognuna se la fa e se la vive alla sua maniera.
Quando mi capita di fare coming out da poliamorosa, la prima domanda che m’arriva dritta in faccia (spesso con tanto d’occhi sbarrati) è “ma come fai a non impazzire di gelosia?”
Da non-teorica quale sono, lo posso spiegare solo raccontando una storia.
Sono a casa di un amante, sola.
All’improvviso noto nella sua libreria un oggetto che mi fa letteralmente tremare.
No, non una copia di Voglio la mamma… ma uno spazzolino.
Uno spazzolino rosa, appoggiato in bella vista su una delle mensole della libreria.
Di chi é?
Perchè sta lí?
Da quanto tempo ci sta? Non ricordavo di averlo visto l’ultima volta…
Di chi è?
Che cosa sta a significare?
Devo offendermi?
Devo risentirmi?
Devo far finta di niente? (impossibile, quel rosa è troppo squillante…)
Di chi è?
Nel frattempo, la stanza incomincia a girare su se stessa.
Mi sono metto seduta e fisso il mio volto riflesso nella finestra. Sí, sono io. E cosa voglio fare adesso, imparanoiarmi per uno spazzolino?
Ovviamente decido che di chiunque sia quello spazzolino e qualunque sia la ragione per la quale sta lí in esposizione non è affar mio, almeno per il momento.
Ho sempre qualcosa di meglio da fare che lasciarmi travolgere dalla gelosia. E se non ce l’ho lo posso trovare.
La storia finisce che ne parlo ridendo all’amante, il giorno successivo. Lo spazzolino era il suo, lo aveva usato in viaggio ed era rimasto fuori posto.
Ecco io della gelosia penso questo. Che esiste, come un sacco di altre emozioni “negative”, che si fa forte delle nostre insicurezze e mancanze ma soprattutto che sta a noi tenerla a freno. Io sono convinta che possiamo farlo, esattamente come facciamo con l’invidia, con il rancore, con il rimpianto. Se viviamo uno stato psicofisico soddisfacente possiamo controllare il potenziometro dei sentimenti di merda (non dico cancellarli del tutto ma almeno far sí che non ci avvelenino la vita). Se invece siamo stressate, insicure, stanche, insoddisfatte di noi stesse è sicuramente piú difficile confrontarsi con queste emozioni – ma il problema non sono loro, non è la gelosia. È che siamo stanche, insicure, stressate e insoddisfatte.
Ma ora veniamo al dunque, dolce Carlotta.
Tra le molte cose che mi racconti, l’unica che mi sembra veramente preoccupante è la questione della menzogna, della tua incapacitá di comunicare e rivendicare le tue necessitá e i tuoi desideri. Non lo dico per spaventarti, ma perchè credo che sia il punto centrale della questione e invece tendi ad evidenziare e problematizzare gli altri elementi della storia, che a mio modo di vedere sono molto meno importanti.
Dai molta importanza alla relazione col tuo fidanzato, al quale ti senti legata da un grosso debito di riconoscenza e col quale condividi una quotidianitá “matrimoniale” (impegni comuni, sesso insoddisfacente e un sacco di non detti, per non dire bugie) e sei arrivata a pensare al poliamore (pur non essendo del tutto convinta e forse neppure tanto affascinata dall’opzione) pur di non perderlo – anche se in realtá, se ho capito bene, il fatto è che ti stai semplicemente innamorando di un’altra persona.
Ecco secondo me si tratta piuttosto di questo: gli amori cominciano e finiscono, e forse il tuo amore imperfetto ma perfettamente funzionante è finito (almeno nella forma in cui l’hai sempre vissuto), e fai fatica a riconoscerlo.
Ti senti di dover qualcosa a questo ragazzo che ti ha introdotto al favoloso mondo della sperimentazione sessuale (occasione che mi sembra tu pensi di aver “sprecato” – NEIN, non hai sprecato niente… hai semplicemente preso quello che potevi prendere in quel momento); ragazzo col quale condividi un progetto creativo e lavorativo, dato non trascurabile … hai forse paura che lasciandolo tu debba rinunciare a certe cose che avete in comune? potrebbe non accettare di buon grado la separazione?
Scusa se ci vado giú dura ma come ti ho detto per me la questione non riguarda tanto il poliamore.
Per praticare il poliamore ti manca una delle basi fondamentali, che è la capacitá di negoziare chiaramente nel/le relazioni (sapendo riconoscere e comunicare ció che vuoi o non vuoi, a letto e fuori). Il poliamore è una scelta di vita che richiede un livello avanzato di “apertura” in senso comunicativo: per gestire piú relazioni amorose contemporaneamente è maggiormente necessaria una limpidezza di fondo – perchè non capirsi in 2 è abbastanza normale (e anche tranquillamente accettato…), ma non capirsi in 3, 4, 5 diventa un macello ingestibile.
Ma per ritornare a te signorina, secondo me poliamore o meno, omettere e mentire in uno spazio che dovrebbe essere quello del desiderio e della realizzazione del desiderio è una grande strunzat’. Quello è il problema, non il resto.
Una volta che ti prenderai la responsabilitá di esprimerti in merito a quello che senti e quello che vuoi (nel sesso ma anche nella vita) se ti andrá sperimenterai il poliamore, affronterai la gelosia e troverai il modo di coinvolgere pure il tuo ragazzo, se davvero il legame che vi unisce è cosí forte e magari ha solo bisogno di essere reinventato un po’.
Ma questo puoi scoprirlo solo se impari ad essere onesta, con gli altri e le altre ma soprattutto indovina con chi?
Ti restituisco l’abbraccio virtuale
piú lungo di 20 secondi, cosí parte la bottarella di ossitocina.
Qualsiasi cosa sceglierai di fare, buona fortuna signorina Carlotta.