La lingua: quella prima ascoltata o prima parlata; anche se poi non praticata, rimane.
In qualche parte del cervello lascia come un’impronta, una presenza, una traccia.
La mania contemporanea di visionare tutti i plissè cerebrali l’ha trovata nascosta nella regione del giro temporale, ma non è importante sapere dov’è ma che non viene cancellata, sovrascritta e annullata. Rimane. Anche se per il soggetto è impossibile accedervi perchè pur avendola ascoltata non l’ha usata.
Questo ci sembra interessante.
L’ontologia dei soggetti è sempre più di quello che si vede.