Succede questo, -come d’altra parte è abbastanza ovvio in periodi di crisi cupa-, che si formi un coagulo del peggior pensiero nazionalista di stampo leghista con sfumature razziste e xenofobe proprie di questa e dell’estrema destra, miscelato in salsa populista da forcone tamarro con quattro idee in croce sulla crisi, e forse anche meno di quattro, diciamo una o due.
Sono i nazionalisti friulani un’accozzaglia grottesca che sa ripetere si e no due frasi: una per dire che le galere sono piene di extracomunitari e che quindi questi sono tutti delinquenti e due che bisogna difendersi da questa delinquenza per tornare un territorio prospero e felice quale era il Friuli un tempo.
La summa di tutte le incongruenze poi, sta nel vessillo: l’aquilotto giallo preso pari pari dalla bandiera del Friuli dove sta su fondo blu, trasposto su fondo nero con sopra e sotto una bordura tricolore.
I primi ad incazzarsi dovrebbero essere proprio i nazionalisti friulani, quelli veri, gli autonomisti, quelli che hanno sempre ritenuto il Friuli una colonia dello stato italiano.
Ma essi tacciono; forse non erano veri, forse sono morti chissà, forse impegnati a gestire qualche fondo statale istituzionale per l’autonomia… fa lo stesso.
Ne parla, in occasione di loro conferenze, il giornale locale ripetendo come un mentecatto sempre quell’una o due frasi che poi ad apertura boccale di trentadue denti ripete, in forma più “urbana” ma non meno demenziale, Magdi Cristiano Allam invitato ad un loro meeting qualche tempo fa.
Sicchè, dopo gli incontri di presentazione, per avere anche loro una storia, devono organizzare qualcosa. La pensata è uno stage gratuito di autodifesa (contro i delinquenti -che sappiamo chi sono-) da tenersi nella palestra di un liceo a Udine, poi a Gorizia … Lo stage è tenuto da una associazione di arti marziali il cui head instructor compare in una foto in posa (che qualcuno ha ripescato dalla rete) vicino vicino ad un’altra testa di pietra in quel di Predappio.
Loro si occupano anche di autodifesa per donne.
Di corsi di autodifesa per donne ce ne sono molti; diverse amministrazioni comunali non sapendo cosa fare contro la violenza, imbastiscono questi, che poi sono certo meglio che le odi alle vittime che non portano da nessuna parte se non ad un controllo generalizzato più stringente per cui poi è da quello che devi difenderti.
No, imparare a difendersi è fondamentale, vuol dire iniziare ad apprezzarsi ed autotutelarsi.
Però, però tutta questa autodifesa fondata su una memico-logia destrorsa va veramente rigettata.
Per il fatto che è di matrice fascista e razzista, per il fatto che diventa un altro mezzo di penetrazione di fasci o pseudo tali nel tessuto sociale, perchè ci sono tecniche e filosofie diverse di autodifesa. Tutto sommato meglio IpMan che il Krav Maga militare e paramilitare israeliano.
“Dobbiamo essere indistruttibili e difenderci con uno spirito indomabile al di là di tutti i nostri limiti”… oltre che una stronzata è retorica del ventennio…. Appropriarsi delle tecniche per difendersi contro chi ti molesta (che nella maggior parte dei casi non è certo lo straniero o il rom) è ottima cosa, poi c’è la resistenza antifascista che è ancora più ottima contro questo fastidio nazional-friulano di cjastrons.
Qui le iniziative di contrasto.