Femminismi
Stonature
Categories: Dumbles

violsess105Quando leggiamo notizie come questa, abbiamo spesso la sensazione che la musica che si suona intorno alle donne sia sempre stonata. C’è sempre qualcosa fuori, qualcosa che rende insoddisfatte, o perchè non rende giustizia alla vittima ed a chi a lei vicin*, o perchè tratta in modo eccessivo (stonato) in un senso o nell’altro, chi si rende reo di un determinato atto.
Singh chiede alla moglie del cugino un massaggio erotico, lei risponde domandandogli se è impazzito; …così continua la cronaca: “reagendo, aveva fatto cadere parte dell’olio con il quale lui avrebbe voluto essere massaggiato. Per questo, erano scivolati prima lei con il figlio e poi, nel prenderla per i capelli e schiaffeggiarla, anche lui. A quel punto, Singh l’avrebbe nuovamente afferrata, chiedendole di avere rapporti sessuali, ma lei, divincolatasi, era riuscita a scappare in strada e chiedere aiuto”.
Il gip definisce il tutto di “minore gravità” e così anche il Tribunale del riesame e Singh torna in libertà con il divieto di avvicinamento e di comunicazione con la donna.
Qui è odiosa la “minore gravità” per due motivi: primo perchè  ha la presunzione di creare un sistema di misura della gravità del mettere le  “mani addosso”… uno schiaffo, una tirata di capelli, un pugno, le botte… quanto sono gravi in scala da 1 a 10?..e poi quel tradire vigliaccamente la fiducia del cugino come se la violenza contro la donna fosse una questione di rispetto fra uomini e avesse più peso perchè sfogata  nonostante la presenza di un bambino.  Due elementi tali da oscurare la gravità -non del chiedere, che pur è da ritenersi lecito, ma – dell’imporre richieste sessuali a fronte di un “No” dichiarato indipendentemente dal contesto e dal contorno.
E poi c’è la cacofonia dell’istituzione giudicante e del suo contorno; il procuratore Biancardi e l’assessora provinciale alle pari opportunità, pronta con una lettera aperta ai giudici, affinchè «decisioni di questa natura potessero non ripetersi più. Tutti dentro, in galera, in galera!
Servirebbe a Singh la galera per capire che quello che ha fatto non lo doveva fare, che doveva imparare a modulare in altro modo la sua passione per quella donna ed i suoi impulsi erotico-sessuali? Ne dubitiamo fortemente. Servirebbe a lei sapere Singh chiuso in carcere e lontano dalla propria vita? Oh sì; ma si può forse mettersi nell’ottica di chiedere pene variabilmente lunghe, che poi, dovrebbero essere a vita per prospettare la scomparsa dal proprio orizzonte di chi  molesta?
Non ci sembrano strade dignitose e percorribili; l’autodifesa e la solidarietà attiva sono la prima garanzia e dovrebbero essere il primo passo di trasformazione culturale per uscire da quella che chiamano violenza di genere… ma chi nella provincia leghista, xenofoba e razzista, per prima cosa dà la solidarietà a qualcuno/a di etnia non di chenti?

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