L’altro ieri così; ieri abbiamo risposto alla chiamata della ValSusa e domani continueremo comunque ad essere NoTav. Più sotto il volantino che abbiamo distribuito nella manifestazione di Udine.
CON CHIARA, CLAUDIO, MATTIA E NICCOLO’
con i/le NoTav incarcerat*, indagat*, multat*, molestat*, stalkizzat*… perchè l’azione della crew del Tav, sostanzialmente dello Stato e delle lobby che la sostengono, stampa al seguito, è un po’ come l’azione di un maniaco persecutore nei confronti di una donna quando dice “NO”.
Qui un’intera valle, un’intero popolo, dice “NO!” ma loro continuano, senza uno straccio di ragione, infieriscono, sempre più voraci, sempre più feroci.
Che cosa è l’imputazione di terrorismo per Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò incarcerati da dicembre a seguito degli scontri del 3 luglio presso il cantiere di Chiomonte , quando di ferito, cioè rotto, ci fu solo un compressore (!), se non un desiderio di annientamento -attraverso di loro- di un’intera ribellione?
E più la macchina e la macchinazione della grande opera diventa grottesca, in una crisi che ci sta mangiando nella carne viva; più diventano cattivi con i loro traballanti teoremi terrorizzanti.
Eppure la questione è semplice: il Tav non ha ragione d’essere, né economica, né trasportistica; ci sono studi su studi a dimostrarlo e perciò la gente non lo vuole.
E allora tutte le manovre intimidatorie messe in atto in questi anni, la militarizzazione pesantissima del territorio, servono, più che a difendere un compressore ed un cantiere, a far sentire anche la popolazione dentro un carcere, perchè quando un popolo non può decidere cosa fare nel proprio territorio, è prigioniero, sequestrato ed obbligato a guardare senza reagire una trivella del cazzo che buca qua e là.
Non è il Tav uno stupro alla Terra?
Lo andiamo dicendo da lungo tempo, e pensate a che nemesi abbiamo dovuto assistere quando abbiamo scoperto nascosto dentro il (peraltro pessimo) decreto contro la violenza di genere (ottobre 2013) ulteriori norme punitive nei confronti di chi osa interferire con i cantieri dell’alta velocità! Che schifose ipocrisie!
E quale penosa retorica ci tocca ancora sentire su un’opera che dovrebbe essere parte di un corridoio (era il “corridoio 5”, ora il n. 3) ormai senza capo (era Lisbona, ma non c’è più) né coda (che sarebbe Kiev -figuriamoci-!), che strada facendo ha perso pezzi, è “binario morto”, bocciato dalla Corte dei Conti francese e qua da noi -altra tratta transfrontaliera- è in fase di transustanziazione progettistica, e l’unico progetto che è arrivato a Roma è ormai bocciato da tutti i sindaci!
“… quando ti accorgi che gli unici motori della politica e dei gruppi di potere sono il privilegio e il saccheggio, è troppo tardi per tornare indietro….” scrive Chiara nella bella lettera che riportiamo qui dietro;
Lei per questo, assieme agli altri compagni è chiusa in un carcere di massima sicurezza! Nel quale, dicono i famigliari, “Per il reato di terrorismo non sono previsti gli arresti domiciliari ma la detenzione in regime di alta sicurezza che comporta l’isolamento, due ore d’aria al giorno, quattro ore di colloqui al mese. Le lettere tutte controllate, inviate alla procura, protocollate, arrivano a loro e a noi con estrema lentezza, oppure non arrivano affatto…. e poi ulteriori incomprensibili vessazioni come la sospensione dei colloqui, il divieto di incontro e in alcuni casi l’isolamento totale. Tutto questo prima ancora di un processo, perché sono “pericolosi” grazie a un’interpretazione giudiziaria che non trova riscontro nei fatti.”
I fatti che noi abbiamo sotto gli occhi oggi invece, è il filmato sulla manifestazione del luglio 2011 dove un militare dell’Arma ed altri picchiano con bastoni e calci un NoTav; di queste forze dell’ordine nessuno identificabile, a parte uno (uno!) per via di un tatuaggio…(oggi per questo citato in giudizio per lesioni). Noi non conosceremo chi ha picchiato, palpeggiato, molestato… non un volto, non un numero identificativo… nulla; propaggini di un sistema anonimo di controllo e repressione pronto ad imputarti per ogni respiro di libertà che vuoi garantire a te ed alla terra in cui vivi.
Terrorista è chi devasta i territori, non chi li difende.
Ecco, questo è.
LIBERTA’ PER CHIARA, CLAUDIO, MATTIA E NICCOLO’
Dumbles -feminis furlanis libertaris- 22 febbraio 2014
Dal carcere delle Vallette 20 gennaio 2014
Se potessi scegliere mi troverei proprio dove sono.
Tra i sentieri della Valle, per le vie di Torino, con i miei compagni o specchiandomi negli occhi di donne e uomini sconosciuti, imparando ad ascoltare, scegliendo di aspettare, correndo più veloce.
Mi troverei dove si scopre il sapore dolce e intenso della lotta, qualcuno ti stringe la mano che trema e si getta il cuore oltre l’ostacolo. Lì dove il caldo, continuo e tenace abbraccio della solidarietà non permette a chi è isolato di sentirsi solo, libera la passione di chi è prigioniero e riempie la stanza di presenze amiche.
Mi sono chiesta qualche volta perchè non accontentarmi del privilegio di cittadinanza, avere quasi di sicuro una casa, qualche figlio, qualche modo di mettere la pagnotta a tavola. Ma quando scopri che la libertà e l’umanità sono un’altra cosa, quando ti accorgi che gli unici motori della politica e dei gruppi di potere sono il privilegio e il saccheggio, è troppo tardi per tornare indietro. Sei entrato in un altro mondo, che è dove sono io adesso.
In questo luogo non c’è spazio per coloro che misurano la propria misura morale su codici e leggi. Buttare in strada chi non paga l’affitto o in un lager chi non ha documenti, produrre scorie nucleari, salvare il capitale e distribuire miseria, militarizzare e devastare territori. Tutto a norma di legge, in democrazia. Anche il dissenso a condizione che non si metta davvero di traverso alla realizzazione dei piani inesorabili del progresso e del profitto.
Ma quando troppi zoccoli inceppano l’ingranaggio, se un uomo, una piazza o una popolazione diventano imprevedibili ed efficaci, è possibile sentire il rumore delle lame che si affilano. Il corpo delle leggi a difesa delle proprietà pubblica e privata, gonfia tutti i suoi muscoli. Se si scende in strada il giorno sbagliato (o giusto?), insieme ai sampietrini si può raccoglier il macigno della Devastazione e Saccheggio. Se si assume una pratica radicale contro il sistema sciale è pronta la scure dell’Associazione Sovversiva (o, con un salto in più di fantasia dell’Associazione a Delinquere). Per tutto il resto si prepara la gabbia del Terrorismo. Qualunque opposizione reale procura danni e rallenta l’avanzata dei progetti, alla fine ogni azione e lotta efficace potrebbero essere imbrigliate in questa categoria di repressione. Lo scopo è facile da individuare: una punizione esemplare per qualcuno, un monito lanciato a tutti gli altri.
Certo, l’idea di tutti gli anni di carcere evocati da tutte quelle parole stringe lo stomaco in una morsa. È molto più doloroso però immaginarsi inermi a guardare il mondo devastato per il vantaggio di pochi. Da tutti noi, che abbiamo imparato la differenza tra giusto e legale e assaporato il gusto di riprenderci le strade e i boschi, con la minaccia della galera non otterranno un granchè. E neanche ci inganneranno con il valore simbolico delle loro accuse, perchè sappiamo da dove nasce il terrore e ne conosciamo i manganelli, i gas, le reti. E gli eserciti,le armi, le sbarre.
Non dobbiamo avere paura. Lasciamola respirare a quelli che vivono blindati in un’esistenza spesa a difesa dei propri privilegi e delle proprie mire di saccheggio.
Io, in questa gabbia ho i polmoni pieni della libertà che ho imparato ad amare lottando, tra i sentieri e per le vie.
E come me molti altri. Voi. Solidali, complici e inarrestabili.
Chiara