Come a capodanno dell’anno scorso, dall’India si racconta di un altro stupro di gruppo, una storia atroce che in sé porta tutti i contenuti che uno stupro ha sempre ed in più anche l’orrore di una morte data per punizione, per la ribellione al silenzio ed alla sottomissione, per una denuncia che si è tentato di sottovalutare.
Da capodanno a capodanno tanti altri stupri sono stati commessi, in India ma anche in Italia.
Però in Italia ci si indignerà molto per gli stupri di laggiù, con un sottile gusto di stile neocoloniale del tipo “loro sono assai peggio di noi”. Annie Zaidi citata dal “Fatto quotidiano” dice di come in India la violenza sessuale in realtà non sia un fenomeno legato all’attualità ma sia la “conseguenza più estrema di una cultura che reprime la sessualità elevando a valori assoluti l’obbedienza al marito e la totale sottomissione della donna all’autorità maschile”.
….Insomma, il programma della Miriano italica.
Nella foto: le “Red brigades”, loro sono passate all’azione, all’autodifesa organizzata contro le molestie, gli stupri e le prepotenze. Combattono. Qui, nella nostra emancipata cultura occidentale, le combattenti non sono viste di buon occhio, meglio le vittime.