Difficile fare un’analisi puntuale di quanto successo ieri, anche perchè probabilmente ogni territorio ha avuto la sua particolare contestualizzazione, le sue componenti, le sue storie di disoccupazione e disperazione, ma, al di là dei particolari, che la rabbia espressa da chi è sces* in piazza sia un piatto appetitoso per i fascisti del terzo millennio è indubbio.
L’unico dubbio è su quanto effettivamente abbiano cavalcato la protesta o di quanto ne siano stati il motore o quanto sia solo uno delle tante prove di mimetizzazione per incistarsi e parassitare i vari movimenti.
Per quanto riguarda Udine, a dire il vero, non ci sono molti dubbi; il corteo era aperto da uno striscione in puro stile forcone littorio-terzo millennio, frase e font inconfondibili. Mancava la firma, ma essendo l’ingaggio di mostrarsi mimetizzandosi, questo è stato. Solo i/le babbei/e non ci arrivano. In buona o cattiva fede, ovviamente.
In ogni caso, che brividi questo mostruoso pastroccio involuzionario di rabbia, disperazione, incazzatura, “antipolitica”, ipernazionalismo che riesce ad inglobare in un insieme grottesco il nazionalismo friulano coagulandolo con razzismo, xenofobia, tradizionalismo oscurantista; che brividi questi volantini “avviso alla cittadinanza” che si appellano ai “veri italiani”, … alle madri… e la chiamano pure “rivoluzione”.
Molto lo avevamo già visto, purtroppo.