E’ una foto dal futuro, da quello che il neoliberismo vorrebbe fare di tutt* noi.
Un dettaglio da Sezasoste:
Ovviamente non è il mondo liberista di ieri ma quello di domani. Dove imprese mutano composizione di capitale, proprietari, orari e ritmi di lavoro, processi e prodotti a seconda di dove va il mercato il giorno dopo. Il tutto dietro la benedizione dell’ “inseguite l’innovazione”, con capitali che arrivano da ogni parte del pianeta, e “arricchitevi”. Una Renziland già operativa da un trentennio, un incubo ad egemonia Pd nonostante che a Prato il comune sia maggioranza centrodestra. Con assessori che ordinano perquisizioni a negozi di extracomunitari fatte con l’elicottero e gli agenti calati dall’alto. Ma a tanto rigore spettacolarizzato corrisponde la deregolazione totale del territorio: basta che arrivino capitali, che qualcuno venda la propria forza lavoro a costi asiatici e tutto è possibile a Prato. Culla del modello della “crescita” caro ai Renzi, ai Letta nel silenzio-assenso più clamoroso da parte della Cgil.
Lo stesso silenzio-assenso che grava sui campi di schiavi di Rosarno, ai quali si guarda quando c’è qualche mort* e poi non ci si pensa più; non certo quando si comprano pomodori o arance, o, in questo caso, abiti confezionati praticamente in schiavitù, lavorando di giorno e di notte per un euro all’ora.
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