Sequel.
La puntata di ieri era questa; le nostre considerazioni queste, e si concludevano così: “E se il vescovo non è il tuo pastore, puoi anche mandarlo a quel paese, con tutto il rispetto”.
La puntata di oggi è questa e da ciò deduciamo che invece Snoq Udine è proprio pecora del gregge vescovile; apprendiamo che no, mai vorrebbero scardinare il concetto di famiglia, che scherziamo? … solo alcuni stereotipi… che no, loro mai pensato di togliere la dicitura “padre” e “madre” dai documenti… figuriamoci, che loro sono un movimento che riconosce la famiglia come nucleo fondante della nostra società e in tale direzione lavorano
Di sicuro il vescovo capirà…. Insomma, leggete e capite la portata del “Progetto Gendy-guardo le nuvole lassù” che non abbiamo il piacere di conoscere, ma che, presentato in genuflessione penitente ci irrita per l’uso strumentale dellla teoria, pensiero gender cui il nome sottende.
Anzi, qualcuna di noi è proprio irritata forte; via mail così scrive:
L’affacciarsi delle SNOQ alla tematica del gender è di per sé un atto scandaloso. L’inalberarsi della chiesa cattolica, nelle parole di prelati più o meno di alto grado (cosa ben documentata, in questi ultimi tre giorni, dal sempre sollecito Messaggero Veneto, che si occupa sempre di cogliere l’aspetto piccante di ogni faccenda) è cosa sporca, viziata, da padrone del pensiero. Le ultime scuse arrivate da SNOQ sono ancora più disgustose e sono inquadrabili solo nella sotananza di queste donne alla chiesa cattolica, al perbenismo, al patriarcato (che si materializza e incarna ogni tanto anche in qualche marito taaanto sensibile e attento) e al partito. A chiedere scusa scusa e a chiedere un incontro chiarificatore (la prego Monsignore, la prego) arriva adesso anche ArciGay.
Oh, certo, se si parla di progetti, si parla anche di finanziamenti da attingere al Fondo Europeo oppure dalla Regione e
quale migliore argomento del “genere” in periodo di femminicidi, violenza sulle donne e omofobia? Peccato che l’argomento non appartenga loro affatto! Sesso – genere – gender. Nella confusione più totale tra sesso e genere, nei termini e nella realtà fisica e culturale. Gender è vitalità e filosofia patrimonio femminista in un’ottica queer, scardinante, rivoluzionaria, terrificante che nulla ha a che fare con il tentativo di pacificazione istituzionale da “famiglia nucleo fondante della nostra società”
Ecco, poi c’è questa cosa dei moduli cui si accennava ieri, che Snoq non farà perchè troppo osè per loro, che invece ci ha indotte ad un’altra riflessione; un’altro pezzo dalle nostre mail odierne:
Allora questa roba della burocrazia dei moduli che si insinua nelle lotte di liberazione dei generi (diciamo così per semplificare) sembra proprio fatta apposta per scatenare il fascismo endemico dei/delle friulan*. (vedi i commenti sotto l’articolo del Messaggero Veneto)Sono sempre più convinta della sensatezza dell’avvertimento di Butler, che in “Parole che provocano” dice attenzione compagn* e sorelle/fratelli, resistete alla tentazione di farvi riconoscere/proteggere dallo Stato, perchè quello stesso Stato, creato e procrastinato per controllarvi, normarvi e omologarvi, ve la farà pagare cara, vi rivolterà contro le stesse norme a vostro favore, sposterà la soglia di controllo, norma, omologazione, un po’ più in là e vi ingloberà nella repressione, magari anche di quella diffusa e popolare del “sentire comune”, se possibile ancora più pervasiva e aggressiva…Butler (prima di lei Foucault) dice “non esiste potere senza resistenza (a quel potere)”, esiste sempre la possibilità di una via di lotta/fuga dal potere (persino per gli incappucciati di Abu Grahib) però è necessario inventare continuamente queste vie di fuga e lotta, evitare di assestarsi su percorsi già tracciati perchè spesso la rivendicazione di diritti sposta l’oppressione un po’ più in là e minorizza qualcun* altr*.
Considerazioni lontane anni luce da chi sta dentro quel “sentire comune” e nel quale si vorrebbe appunto ridurre ed addomesticare anche un -peraltro- malinterpretato pensiero gender, perdipiù con la benedizione del vescovo.
… atôr cu le cosse, sulla via di Canossa.