L’associazione Luca Coscioni ha deciso di fare da santola al terreno dove si è seminato il mais Mon 810; lo prenderà in adozione; non quello più famoso di Fidenato, ma quello meno conosciuto di Dalla Libera, seminatore anche lui, se pur in sordina, di seme transgenico che adesso emerge ad offrire il materiale in nome della libertà di ricerca scientifica.
Così in settimana studiosi delle università di Milano e Napoli effettueranno alcuni prelievi e poi i risultati saranno divulgati a livello nazionale e così ognuno saprà quello che deve fare.
L’adozione del terreno è per via della libertà di ricerca scientifica sostenuta dalla associazione che se ne fa protettrice e sostenitrice.
I campi di Dalla Libera sottratti al reddito e lasciati alla scienza; per il progresso.
Se schiere di biotecnologi si inalberano contro chi manifesta contro è forse perchè vedono di riflesso contestato il mestiere che hanno appreso nelle università dove la tecnica del DNA ricombinante viene insegnata e sperimentata da più tempo in tutta libertà, perciò il problema non è propriamente quello della libertà di ricerca, quanto la verifica dei dati in campo, cioè l’immissione di un nuovo costrutto in una rete complessa di relazioni, ambientali non del tutto prevedibili e controllabili.
Quello è uno dei problemi degli ogm; sono organismi, appunto e come tali soggetti alle leggi dell’evoluzione, della coevoluzione e via di seguito.
E chi dice che sono pur essi il risultato di una pratica millenaria di miglioramento delle specie, che è cambiata solo la tecnica di messa a punto, non la racconta proprio giusta.
Prendiamo per esempio la Dottoressa Paffetti dell’Università di Firenze quando in una sua dissertazione sugli ogm ci spiega che “...Il TRASFERIMENTO GENICO è un fenomeno che in natura è avvenuto (vedi Triticum) ed avviene….”, che se vogliamo migliorare una specie, prendiamo una varietà con le caratteristiche desiderate e la incrociamo con un’altra di interesse agronomico e vediamo il risultato e andiamo avanti così fino a che otteniamo il risultato desiderato, ma, seguendo le vecchie leggi di Mendel i tempi sono lunghi, invece….”Inserendo nella pianta di interesse un “gene estraneo”, …. mediante le biotecnologie si ottiene velocemente la varietà portante la resistenza voluta…Il metodo consente anche lo scambio di geni tra organismi sessualmente incompatibili, aumentando così drasticamente le possibilità di modificare in modo preciso il genoma.”
Poi la nostra, aggiunge una doverosa nota nella quale specifica che: Questi due meccanismi che sono completamente naturali e che sono anche alla base delle biotecnologie non sono usati nei due casi allo stesso modo: in natura il trasferimento genico avviene tra piante appartenenti alla stessa specie o al limite tra specie molto affini, con le biotecnologie si superano tutte le barriere legate alla riproduzione e possiamo ottenere trasferimento anche tra organismi appartenenti addirittura a regni diversi (batterio-pianta).
La contraddizione è evidente, ma si vuole suggerire che, siccome il flusso genico è naturale, anche il tipo, se pur diverso, di tecnica adottata, dà un risultato naturale.
Operazione di depistaggio semantico odiosa che i molti santoli e santole di ogm fanno sempre nell’intento di abbassare il livello di diffidenza.
Se tutto è così “naturale” perchè preoccuparci tanto?
In realtà, in venti e più anni di studi nessuno ancora è riuscito a toglierci i dubbi; gli studi si prestano ad essere interpretati ancora oggi come il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
Adesso la verità ce la diranno gli studiosi chiamati da Dalla Libera? O il biologo che per conto di Fidenato sta monitorando il suo campo e che scrive: «Il Mon 810 non ha effetto repellente sulla piralide visto l’elevato numero di ovature che ho riscontrato nel campo di Mereto – molte delle quali parassitizzate in percentuale variabile (fino al 100%) da Tricogramma.. (MV 04.09.13) (E alore ze ti coventie l’ogm se tu as za il Tricogramma parassitoide?) E poi, chi ha mai sostenuto che il Mon 810 ha effetto repellente sulla piralide? Oppure ovicida? Uova, larve ed insetto perfetto non sono la stessa cosa… Se proprio ci tiene Fidenato può certificare la biodiversità dei suoi campi aggiungendo anche il basidiomiceto del carbone del mais che qualcuno ha fotografato nel presidio di domenica… ma insomma…. non raccontiamoci la storiella che tutto è naturale e perciò tutto è a posto oppure la storia inversa che tutto è artificiale e perciò tutto è a posto uguale; come quel Pascale che scrive: “...tutte le piante che mangiamo sono organismi geneticamente modificati. In sintesi, tutto è artificiale, in effetti si può sostenere che l’agricoltura è la pratica più innaturale che esista….”. E questa è pura divulgazione scientifica da imbonitori.
Fidenato e Dalla Libera fanno i loro interessi; gli uni coprono le spalle agli altri, l’associazione Coscioni li adotta e i babbei mangiano la foglia, pardon, la spiga.