Ragionare sull’aborto a partire da appartenenze fideistiche corrisponde al manifestare una vera e propria disabilità del pensiero; significa dare forma ad un ragionamento che non ha aderenza alla realtà per il semplice fatto che non prende le mosse da quella, anche se però, poi, a livello normativo, pretenderebbe di regolamentare.
Succede ogni volta che si mette in campo l’equazione aborto=omicidio, e, come ci mostra questa dettagliata riflessione di Chiara Lalli anche quando si parla di diagnosi prenatale e aborto costruendoci sopra un’altra equazione, ancora più odiosa, e cioè: aborto di un feto con anomalie=discriminazione verso le persone disabili. Questa volta il pensiero che non sta in piedi viene dall’abilità del Comitato di bioetica di San Marino.