Femminismi
My body, my pride
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Sono orgogliosa del mio corpo.

Sbaglio quando sono orgogliosa del mio corpo abile, bianco, giovane, magro. Non c’è da esserne orgogliose.

Dovrei essere orgogliosa del mio corpo cellulitico, smagliato, che imbianca, che si arrotola sui suoi rotolini, miope.

Sono orgogliosa delle mie cicatrici e dei segni che ho scritto sulla pelle.

Il mio corpo ora non è a Palermo. Sono a godermi la frescura portata dalle nuvole. Non sono a Palermo perché non sarei stata orgogliosa di andare a un pride patrocinato da Confindustria, ambasciata USA, Croce Rossa.

Che alcune compagne di Palermo lo attraversino, non è sbagliato, dalla loro situazione forse questo era un modo per guadagnare visibilità, intessere relazioni. Ma sono contenta di non cercare la stessa visibilità io, che da un’altra città avrei solo sentito disagio.

Il disagio delle morti bianche, delle cassa integrazioni, delle speculazioni sui territori, degli impicci e delle mafie.

Il disagio della commercializzazione totale, anche del marginale.

Il disagio di una terra devastata dalla NATO e dal nuovissimo MUOS (ultima trovata per la cyberguerra statunitense e non).  Solo per citarne due.

Il disagio di affiancare chi mal gestisce quelle aberrazioni che sono i Centri di Identificazione ed Espulsione, anche nelle sue sezioni “speciali” dedicate alle trans e agli omosessuali.

Sono orgogliosa del mio corpo, non serve un pride per farmelo dire.

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