Da Abbatto i Muri:
Taksim Solidarity diffonde il suo comunicato per raccontare un bilancio di quel che è stato e quel che è adesso. Tradotto e da fare circolare, trovate QUI la versione inglese e QUI quella turca. Per continuare a seguire gli aggiornamenti tradotti in più lingue, italiano incluso, vai QUI. Buona lettura e buona diffusione.
OVUNQUE TAKSIM, OVUNQUE RESISTENZA!
Taksim, 15 Giugno 2013
Taksim Solidarity ha realizzato questo comunicato in modalità collettiva attraverso incontri e discussioni nei forum per lunghe e lunghe ore fino al mattino.
La nostra resistenza è iniziata per impedire la demolizione di Gezi Park e salvare i suoi alberi e si è diffusa a Istanbul e per tutto il paese con la rabbia di migliaia di cittadini accumulata nel corso degli 11 anni di governo dell’AKP. Centinaia di persone hanno compiuto ora il 18 ° giorno della resistenza.
Siamo testimoni di una resistenza, la lotta più diffusa per rivendicare i nostri diritti (che si sia mai vista) nella storia del nostro paese, una lotta che è stata provocata dalla intensa violenza della polizia compiuta sui manifestanti fin dal primo giorno. Stiamo vivendo un tempo in cui i diritti delle persone, tra cui il diritto alla vita, sono calpestati. Tuttavia, questa crudeltà ha unito le folle invece di disgregarle, ha rafforzato la solidarietà delle persone che si conoscono oggi attraverso questa lotta. Sotto i bombardamenti di gas pesante, che soffocava ogni essere vivente, sempre più persone hanno riempito le strade e trasformato questa resistenza in un grande movimento sociale.
La prima e durissima reazione del Governo nei confronti delle richieste chiare e giuste che sono state espresse sin dal primo giorno della resistenza era quella di ignorarle del tutto. Poi, hanno tentato di dividere la resistenza, provocare la gente e danneggiare la legittimità (delegittimare) del movimento. Sia con l’opinione pubblica nazionale e con quella internazionale il governo non è riuscito in questi tentativi. Alla fine di ogni giornata giornata, era la legittimità del governo, non la resistenza, che veniva erosa. Pertanto, con la pressione della nostra giusta resistenza, il governo AKP è stato spinto ad affrontare Taksim Solidarity e ad iniziare un dialogo. Tuttavia, questo è solo l’inizio, la nostra lotta continua.
Durante i primi 18 giorni della resistenza quattro cittadini hanno perso la vita a causa della violenza della polizia: Ethem Sarısülük, Mehmet Ayvalıtaş, Abdullah Cömert e Mustafa Sarı. Molti sono stati feriti, hanno perso l’uso degli occhi, la vista, talvolta gli arti. Sentiamo il dolore di coloro che sono stati uccisi ed è necessario ricordare che sono stati uccisi nel perseguimento dei loro diritti democratici più elementari. Ripetiamo che non è stata ancora presa alcuna seria azione legale contro coloro che hanno perpetrato, causato, messo in atto le azioni che portano alla uccisione di nostri amici, e ribadiamo che faremo in modo che coloro che sono responsabili della violenza siano consegnati alla giustizia. Inoltre, molte persone sono ancora in carcere a causa delle politiche arbitrarie su questioni di sicurezza e durata della custodia. A nome del popolo che resiste in Gezi Park e Taksim Solidarity, noi chiediamo la liberazione di coloro che sono stati arrestati a causa del loro coinvolgimento nelle rivolte in tutto il paese.
Durante questo periodo abbiamo visto che siamo stati in grado di unire, dialogare, creare beni comuni, e lottare insieme, nonostante la violenza inflitta su di noi. Ciò che è stato considerato come una debolezza, ovvero il pluralismo, la molteplicità di voci di tutti i ceti e tutte le culture che ha caratterizzato questa lotta, invece ha reso più forte la nostra resistenza [leggi nota in basso]. Contro il potere del governo, che è dipendente dal capitale e dalla distruzione ecologica, centinaia di migliaia di persone riunite in Gezi Park hanno difeso gli alberi e quindi la propria vita e libertà. La resistenza che difendeva il Gezi Park come uno spazio di libertà ha dimostrato grande determinazione a mantenere una condotta pacifica contro la violenza della polizia.
Per noi che resistiamo in Gezi Park e Taksim Solidarity la cosa più importante che abbiamo imparato finora è che la resistenza non può essere contenuta nei limiti di tempo o di spazio, e che continuerà in ogni aspetto della vita, in ogni parte della città e del paese, in ogni metro quadrato e ogni momento.
Al 18 ° giorno della nostra resistenza, il Sabato 15 giugno, noi continueremo la nostra occupazione per salvaguardare il parco e tutte le creature che vivono in esso, i nostri alberi, i nostri spazi di vita, le nostre vite private, le nostre libertà, e il nostro futuro. Porteremo avanti questa battaglia fino a quando le nostre richieste non saranno accolte.
Questa resistenza sarà il riflesso della volontà collettiva di Taksim Solidarity e un simbolo della nostra lotta. Da questo giorno in poi, continueremo a lottare contro ogni tipo di ingiustizia e di sofferenza nel nostro Paese con il dinamismo e la forza generata dalla nostra lotta che si è diffusa in tutto il paese e forse del mondo. Noi siamo più forti, più organizzati e più motivati di quanto fossimo 18 giorni fa.
QUESTO E’ SOLO L’INIZIO, LA RESISTENZA CONTINUERA’!
Nota: in quel passaggio si parla di pluralismo vs majoritarianism o meglio “çoğunlukçuluğun” e intendono (grazie a Enzo per la traduzione dal turco) che “il pluralismo di cui è composta la resistenza, normalmente considerato una debolezza, ha invece permesso di levare una voce compatta contro l’attuale regime governativo. Quindi il senso del maggioritarismo è da considerarsi come molteplicità di voci e di intendimenti che sono riuscite a riunirsi. La resistenza turca, infatti, riguarda trasversalmente tutti i ceti ed i tipi della società turca. La cosa ha ancora più importanza in Turchia per il fatto che in Parlamento si accede con uno sbarramento del 10% pertanto le voci cosiddette minori restano obbligatoriamente escluse ed anzi, sono necessarie coalizioni molto spesso forzate tanto che dopo, in sede parlamentare … fanno fiasco e non sono efficaci”)
Aggiornamenti su #OccupyGezi anche in italiano su: GeziPark.Nadir.Org
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