Noi paesane, ma anche le cittadine, tutte o quasi, se possiamo coltiviamo l’orto. Lo coltivano o coltivavano i nostri genitori, i nostri nonni e le nostre nonne, e se loro non lo facevano per via della vita in città, qualcuna di noi, potendo trovare lo spazio ed il tempo, avrebbe voglia di farlo.
Nei paesi, soprattutto nelle aree più vecchie, non c’è casa senza orto.
Il perchè è ovvio; l’autoproduzione di cibo, almeno di qualche ortaggio è sempre una gran cosa, da molti punti di vista.
Chiaramente, e c’era da aspettarselo, il moloch multinazionale delle sementi brevettate e privatizzate non poteva lasciare scoperto nemmeno uno spicchio di terra dalla monetizzazione, nemmeno un semino di pisello, di microscopica lattuga, nemmeno mezza patata deve sfuggire alla normalizzazione.
Perciò ecco la nuova proposta di legge della Commissione Europea per rendere illegale “coltivare, riprodurre o commerciare” i semi di ortaggi che non sono stati “analizzati, approvati e accettati” dalla nuova “Agenzia delle Varietà Vegetali europee”.
Si tratta del “Plant Reproductive Material Law”; se ne parla in questo articolo.
Le creature dei nostri orti, se non saranno passate al vaglio del Nuovo Ordine Vegetale saranno clandestine, illegali, criminali.
Allora viva l’insubordinazione della verdura; e, come ha scritto Mara, compagna delle LesCostumizzed e neoorticultrice: L’amore agreste è personale e quindi politico, perciò noi preserveremo, scambieremo i nostri semi e non ci cureremo delle loro leggi.