Femminismi
#Vogliamostudidigenere: aggiornamenti e interrogazione parlamentare
Categories: Femminismo a Sud

Ancora a proposito della chiusura del corso di Studi di Genere tenuto all’Università della Calabria da Laura Corradi e dell’ appello per la sua riapertura (in Italiano, Inglese, Spagnolo) che, vi ricordo, è sempre attivo giacché lunedì 22 le studentesse faranno un sit in e consegneranno le firme al Rettore mentre registriamo che siamo arrivati/e, grazie all’aiuto di tantissime persone che si sono mosse a sostegno, a quasi 700 firme di singoli, collettivi, associazioni di donne e glbtq, soggetti di tanti paesi e Università differenti che inviano messaggi di solidarietà e preoccupazione per lo stato in cui versano gli Studi di Genere in Italia.

Ricordando che la questione non riguarda solo questo corso in particolare ma molti altri in Italia dove gli Studi di Genere rappresentano una frontiera spesso raggiunta con difficoltà e dai quali emerge, per fortuna, come le tante firme dimostrano, che prima ancora che compiacersi della propria esistenza e rinsaldare il buon nome dei vari atenei di appartenenza, dichiarano disponibilità a combattere affinché nessuno spazio mai sia negato e che nessun corso di Studi, tra i rari esistenti, sia soppresso.

Per continuare ad aderire scrivete a vogliamostudidigenere@grrlz.net

E nel frattempo, grazie alla attenzione di Giovanna Pezzuoli che sulla 27esimaora ne ha scritto, vi diamo notizia anche del fatto che è stata presentata da una parlamentare di SeL una interrogazione per chiedere perché mai il corso di Studi di Laura Corradi sia stato chiuso.

Scrive: “Non sono stati inutili l’appello e la mobilitazione contro la chiusura, al dipartimento di Sociologia dell’Università della Calabria, di uno dei primi corsi in “studi di genere” e uno dei pochi esistenti in Italia, di cui avevamo parlato nei giorni scorsi. Un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca è stata presentata due giorni fa dall’onorevole Celeste Costantino (Sel) per sapere se il Ministro non intenda verificare che la soppressione di questo insegnamento, tenuto dalla docente Laura Corradi, sia avvenuta nel rispetto della legge e delle procedure amministrative stabilite. E se non ritenga di intervenire per sostenere la diffusione degli insegnamenti in studi di genere e sessualità, ad esempio rendendoli obbligatori per tutti durante il primo anno del corso di studi universitari, come avviene in numerosi altri Paesi. Purtroppo l’abolizione del corso accompagna la silenziosa sparizione di decine di corsi di studi di genere diffusi e inaugurati negli ultimi anni presso le università italiane. La realtà degli “studi di genere” in Italia è avvolta in una misteriosa condizione di visibilità-invisibilità fin dagli anni Settanta…

Ed è questa invisibilità che in questo caso è stata trasgredita, questa condizione di semi-omertà per cui sarebbe normale accettare la chiusura di un corso del genere per questioni di tagli, dove le priorità vengono stabilite senza tenere conto della stessa volontà delle studentesse e ex studentesse che in tantissime hanno firmato per richiedere l’esistenza di questo corso.

Se c’è chi immagina che si possa accettare una tale decisione senza che questo rappresenti per chiunque tra noi, incluse le donne, le persone più lontane che in quella Università non risiedono, un preciso fatto politico che stabilisce le priorità di questo paese, beh, si sbaglia.

E a pensarla così evidentemente siamo in tantissime dato che da tutto il mondo hanno aderito ad un appello che sembra raccontare un fatto che risulta grave ovunque e viene percepito come cosa quasi ovvia o disturbante dalle nostre parti.

Sarà per questo che Vandana Shiva, Joan Scott ed esponenti dei Gender studies del Nord Europa come Nina Lykke e Rosemarie Buikema, hanno firmato la petizione, dall’Inghilterra è partita una mail bombing per chiedere al Rettore di ripristinare il corso e talune rappresentanti del femminismo nostrano invece non hanno ancora firmato?

Avete ancora tempo, dunque, scrivete e mandateci le vostre firme: vogliamostudidigenere@grrlz.net

Grazie!

—>>>Una Mail Bombing al Rettore è proposta da Le Amazzoni Furiose [LEGGI]

—>>>L’ultimo articolo di Stefania Prandi su Il Fatto Quotidiano che per primo si è occupato della faccenda. (Grazie!)

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