oggi parliamo di un uomo, morto, forse per mano di una donna, la sua convivente.
Qui la cronaca.
Saltiamo tutte le pagine del quotidiano che, come al solito, quando sente che l’ordine sociale viene alterato, fa intervenire sempre, dopo vicini, parenti, amici e conoscenti: il sindaco, il prete, l’esperto…
in questo caso di esperti ce ne sono due, anzi tre; quello per l’alcolismo (perchè lui, ma, si sibila, anche lei, bevevano parecchio), quella per l’alcolismo versione nemico della coppia, e quello per la psicologia.
Andiamo direttamente alle conclusioni di quest’ultimo: questo ci rivela che
“Il sesso debole non è più la donna ma il maschio che non è preparato a gestire la situazione”
quale situazione?
quella di una donna con “un nuovo desiderio di libertà, di indipendenza”
evviva!
ma, c’è un ma…: “per ottenerla la donna è disposta anche ad assumere atteggiamenti che sono tipici dell’uomo. Può diventare violenta ed aggressiva” e allora “il maschio deve fare i conti con la novità”;
non per nulla, dice il nostro esperto: “nel mondo islamico, per esempio, la maggiore preoccupazione è che la donna non raggiunga la parità...” (leggasi: “la maggiore preoccupazione è che la donna non raggiunga la parità…”)
insomma, qui, nel mondo non islamico, non è più come una volta che “i ruoli all’interno della famiglia erano ben definiti e codificati e le funzioni di genere rispondevano ai ruoli tradizionali, oggi le cose sono cambiate notevolmente. Sia l’uomo che la donna devono giocare le loro relazioni in prima persona, sprovvisti delle protezioni simboliche di un tempo…”
e così, da quel vecchio contesto, viene fuori che la donna ” in questa fase di conquista della sua autonomia … assume ruoli sempre più assertivi, gestisce la situazione ed esercita un potere che prima non aveva“…. perciò, ecco; “dove c’è un conflitto c’è un maschio in difficoltà“.
L’articolo è rimaneggiato, ne abbiamo estrapolato delle parti, ma ci pare che comunque gli ingredienti sono sostanzialmente quelli.
Non ci piacciono, non perchè non rispondano -anche- a verità; non ci piacciono per la loro parzialità, per la loro semplificazione, per la loro faziosità.
Non ci piace il modo in cui sono congegnati, in una logica di discorso che porta a concludere che sono le donne, nella loro ricerca di autonomia a comportarsi nel modo sbagliato e all’insinuazione che il problema non sussisterebbe se quell’autonomia facessero a meno di cercarla, o, perdio, la cercassero nel modo giusto!
Qual’è il modo giusto, quello che non crea conflitti, che non mette in crisi un maschio quando questo non ha ancora realizzato che una donna è soggetto libero che agisce la propria autodeterminazione tanto quanto lui?
Qual’è il modo giusto quando uno ti gonfia di botte e ti sfracella il malleolo?
Ci permettiamo solo di suggerire che: nel tempo in cui “i ruoli all’interno della famiglia erano ben definiti e codificati e le funzioni di genere rispondevano ai ruoli tradizionali” quelle protezioni simboliche dentro le quali si agiva, per le donne rasentavano la schiavitù, sicuramente economica, spesso sessuale, sicuramente sociale… perchè tutte noi conosciamo, talvolta anche per esperienza diretta, di madri, nonne, donne picchiate e maltrattate da mariti violenti, spesso ubriachi che non aprivano bocca perchè alla loro parola pubblica quelle protezioni simboliche le avrebbero condannate ad essere donne inadeguate, senza valore, sbandate, puttane o malate di mente?
Perchè tutte noi, senza fare grandi studi e ricerche queste cose le sappiamo e questi esperti non lo sanno mai, soprattutto quando elargiscono le loro perle al popolo a proposito di donne?
Sono perle che nelle loro sfaccettature rimandano una luce di rinforzo per non dire di giustificazione per quel maschio che non è preparato a gestire la situazione.
La tacita, implicita, sottointesa condanna e riprovazione della donna che rompe l’ordine nel quale deve stare la sua funzione di genere non lo aiuta. Prima lo si capisce, meglio è per tutt*, esperti compresi.
PS. A riempimento della pagina nella quale sono pubblicati i pareri de* espert* c’è la pubblicità di una ditta che vende lampade, corredata dall’immagine di un volto di donna che dovrebbe esprimere stupore per i consistenti sconti. Il labbro inferiore della donna, qui è palesemente, e anche maldestramente, ritoccato cioè pompato al punto da far assomigliare la bocca a quella di una bambola gonfiabile…. ecco, a proposito di luce di rinforzo…