Il fuoco purifica, lava, disinfetta.
Nelle ferite del fuoco bruciano gli eretici, bruciano le streghe. Nelle ferite del fuoco bruciano la santità di Giovanna d’Arco e di Margherita Porete. Bruciano le passioni, bruciano le nostre storie. Bruciano i volti sfigurati dall’acido e le vite delle persone cui appartengono.
Il fuoco è sacro.
Il fuoco per punire le prostitute, illuminare attraverso i loro corpi le vie di periferia in cui la morale le ha cacciate. Il fuoco per bruciare i rifiuti dove non ci sono discariche, per eliminare le salme inutili degli ebrei, dopo averne tratto il possibile, anche parrucche, sapone e coprilampade fatti di tatuaggi. Il fuoco che punisce le nuore indiane, come fosse incidente domestico.
Il fuoco per bruciare le ambasciate, nella contrapposizione mendace tra civiltà cullate dallo stesso mare, quel Mediterraneo violento e maledetto dalle crociate alle bombe.
Il fuoco, principio vitale e maschile per gli antichi era custodito dalle Vestali. Ma quel fuoco è spento da tempo.