Abbiamo sempre avuto un occhio critico nei confronti dell‘”impresa scientifica“; per il retaggio del dominio in essa depositato, e tuttora esercitato sulla natura e per quello tuttora praticato dall’èlite della comunità scientifica nei confronti delle donne.
Neanche a farlo apposta, a conferma di questo nostro sconforto giunge il post di Monica Lanfranco su Il Fatto quotidiano di oggi a mostrarci la campagna di sostegno per le donne nella scienza pensata dalla Commissione Europea – ricerca e innovazione.
C’è un video orrorifico che, oltre a suggerire l’idea che per le donne la scienza è una sfilata di moda , quindi una cosa vacua che perdipiù si compie sotto l’occhio, quello sì scientifico perché in camice bianco, dell’uomo; lascia l’impressione che lo stesso stia guardando le scienziate-mannequin dentro il microscopio.
Il video poi è stato tolto dal sito, ma quest’ultimo non è poi più confortante; con i caratteri scritti col rossetto che sta pure al posto della i di “scienza”, il rosa e i cuoricini, sembra il sito della Barbie.
In tal guisa oggi la scienza ci vede. Una bella innovazione, una importante concessione…
Avevamo forse ragione, nel lontano 1984, conversando con Elisabetta Donini, ad elogiare l’estraneità…