Noi la vediamo oscena, la prolusione di Monti di oggi 25 aprile, perlomeno nella parte in cui rilancia l’idea della resistenza a tutt’oggi come “….liberazione da alcuni modi di pensare e vivere a cui ci eravamo abituati e che impedivano al Paese di proiettarsi nel futuro“. Dentro ci sentiamo il riverbero delle sue porcherie sulla “noia del posto fisso”, il tentativo di legittimare la manovra di governo che ci proietta tutt* direttamente nel mortaio dello sfruttamento economico estremo con la scusa di uscire da una crisi che peraltro non siamo noi ad aver provocato.
Un’offesa alla resistenza, un insulto alla liberazione, una mistificazione da far rivoltare nella tomba.
La liberazione al tempo di Monti, per noi, è ben altra cosa.