Scrive Zanarado, (qui il testo) come considerazione ad un post di Marina Terragni che si interrogava su come sia possibile che la massa di corrotti che ci governa sia così impunita:
…Però noi donne… perchè non passiamo all’azione? …Però l’impotenza la vedo nostra. Di che cosa abbiamo paura? Siamo il 60%della popolazione, e mai pronte, mai empowered, mai convinte nel mandarli affanculo. …
…Invito a ragionare che tra se non ora quando e mille altri movimenti siamo una marea, potremmo provocare un terremoto, una valanga un cataclisma. Quale autorizzazione stiamo aspettando? manca un anno alle elezioni…
…Tra un anno si vota. Noi siamo la maggioranza.
Perciò non votiamoli! Disertiamo le urne! Disertiamo tutte!. Per noi è questa la logica conclusione al suo appassionato discorso, al suo volere una risposta.
Possiamo anche rispondere al suo appello rilanciandolo a nostra volta in forma di domanda: perché non proclamare un generale astensionismo di genere? Perché non fare lo sciopero del voto? Perché non fare la differenza togliendoci da “questo limbo melmoso”?
“Belle e gravide di vita” possiamo concepire ancora questa politica? No!, Abortiamoli tutti.
A noi anarchiche viene facile; molte di noi non hanno mai votato per una scelta ideologica (o ideale, che ci piace di più), perché nella forma Stato con la sua struttura istituzionale e politica abbiamo individuato una delle architravi del dominio; ma non è qui che vogliamo proporre la nostra visione del mondo; rispettiamo i percorsi di ognuna; il fatto è che è ormai il mondo, questo mondo politico schifoso dei piccoli e meschini affarucci, delle grandi manovre, dell’ingiustizia reiterata e proterva che viene a soffocare tutte noi, a toglierci ogni via di uscita.
Di una sola cosa hanno paura gli/le onorevoli: di quella che loro chiamano l’antipolitica, che gli venga a mancare l’alibi della rappresentanza, la legittimazione della delega, il lasciapassare della fiducia.
E allora spaventiamoli/e, allora sfiduciamoli/e, lasciamoli/e soli/e.
La vita è altrove! Sì, la vita è altrove, per noi lo è sempre stata; e un poco lo è in quello che facciamo; nella rivendicazione dell’autodeterminazione e nell’autogestione; negli spazi dove possiamo praticarla, sul nostro corpo dove dobbiamo pretenderla, sul territorio dove vogliamo auspicarla, dove lottiamo per averla perché è quello a cui tendiamo.
Ma vi immaginate il 60% della popolazione, tutte le donne impegnate nella “campagna elettorale” del “io non ti voto“, finalmente convinte nel mandarli affanculo? … un terremoto, una valanga un cataclisma!
Grazie Lorella Zanardo per averlo evocato!
E dopo? Dopo ci sarà un gran da fare; intanto incominciamo.