Marta, No Tav arrestata il 3 luglio, ora agli obblighi di dimora, scrive questa lettera che riprendiamo dal sito notav.eu. A lei ed a tutti gli indagati di allora e di oggi la nostra solidarietà, siamo con loro, resistenti e non resipiscenti.
Carissim* compagn* abitanti della val di Susa, e tutt* quell* che resistono alla costruzione del TAV, sono Marta, arrestata il 3 luglio durante l’assedio alle reti del non cantiere.
Io, come gli altri ragazzi arrestati insieme a me quel giorno, siamo ancora agli obblighi di dimora. Questo vuol dire che puoi girare liberamente nella città o nel paese dove dimori. Appena uscita dal carcere sono stata messa agli obblighi di dimora nella cittadina dove abitavo da ragazza e dove stanno i miei genitori. La situazione era difficilissima; dopodichè sono stata spostata ad Arese, un paesino vicino a Milano dove avrei potuto svolgere volontariato presso il canile del paese. Ero ospite a casa di una coppia di amici, e la situazione non sarebbe potuta durare a lungo. L’esigenza di tornare a Milano dove abito era alla base delle mie continue richieste al giudice che ci tiene in “custodia”.
L’obbligo di dimora, anche se è una restrizione più blanda dei domiciliari, alla lunga diventa pesante. Per più di 5 mesi ho fatto richieste di tornare a Milano, dove abito, ma la giudice respingeva con tali motivazioni: “Milano è frequentata da violenti NOTAV” “Il cantiere sta andando avanti” “l’accusata non ha mai dimostrato segni di resipiscenza” (resipiscenza, termine che si usava nel fascismo, vuol dire che non ho mostrato pentimento). Questa giudice si è accanita su di noi, probabilmente perchè pensa di punire uno per educarne 100, e anche perchè siamo anarchici.
Da pochissimi giorni il potente organo giudiziario ha ritenuto di potermi spostare l’obbligo di dimora a Milano. Comunque mi trovo in queste condizioni di semi-libertà da più di sei mesi. Le accuse sono violenza e resistenza aggravata a pubblico ufficiale. (Accuse che mi fanno rabbrividire….. visto che la violenza e la resistenza le ho subite io)
Appena uscita dal carcere mi sono tenuta in contatto con voi tramite Radio Notav, poi con il canile ho avuto molte meno occasioni di sentirvi, anche se tante volte ho pensato di scrivervi; sono anche molto timida e temevo di fare la protagonista continuando a sentirvi, o scrivervi. Seguo tutto quello che succede in valle, tramite i racconti di amici e compagni che sono spesso lì con voi, e anche tramite il sito Notav.info.
Il 3 luglio sono stata presa dagli sbirri che non mi hanno picchiata, bensì torturata. Vi risparmio di elencare le emozioni che ho provato quel giorno, basti dirvi che pensavo sarei morta sotto quelle botte. Ma oggi, a distanza di più di 6 mesi il ricordo comincia a scivolare, a volte mi sembra che non sia successo a me tutto quello che la mia memoria ricorda. Anche voi cominciate a mettere da parte, ed è normale. Ma bisogna tornare a ricordare, per dare una ferma risposta agli apparati repressivi e soprattutto a quelli giudiziari che ci hanno preso in ostaggio e stanno approfittando del silenzio di questi mesi.
Questa lettera è per dirvi di non dimenticare, non perchè in questa vicenda ci sono io di mezzo, a me i protagonismi non interessano, vorrei ricordarvi che il 3 luglio non c’è stato solo un assedio ma anche degli arresti, quel giorno gli apparati repressivi hanno abusato, torturato, e il giudizio globale è stata una totale criminalizzazione del movimento NOTAV. Si sono permessi di sfogare tutta la loro rabbia picchiando 5 persone prese a caso durante l’assalto, (ricordiamo che tra di noi c’era anche Fabiano che ha subito più di tutti noi), e da più di 6 mesi ci stanno negando la libertà. Non deve più accadere tutto questo. E’ stata una giornata pesantissima per tutt*, ognuno di noi porta delle cicatrici indelebili di quel giorno, che non possono essere dimenticate o archiviate.
Quando ci sarà il nostro processo lo affronterò con forza e determinazione, non solo per me, ma per tutta la Valle, perchè quel giorno non ho subito solo io, ma tutt*, dalle intossicazioni dei lacrimogeni, ai ferimenti, alla devastazione irreversibile dei boschi e anche ai tanti “animaletti”[1] trovati morti nei giorni seguenti.
Inoltre, proprio ieri si è svolta la grandissima retata che ha portato ad arresti, obblighi di dimora, denunce e fogli di via di compagn* di tutta Italia; l’ennesima provocazione mirata a criminalizzare il movimento. Hanno paura e rispondono con la forza, l’unico becero mezzo che sanno utilizzare. Abbiamo visto come si muovono, abbiamo visto chi hanno attaccato: non ci dobbiamo arrendere, le nostre idee sono più forti di qualsiasi provocazione, più forti dei soprusi, dei pestaggi, delle limitazioni, delle intimidazioni.
Ricordatevi che possono solo fermare dei corpi, non le idee che portiamo nei nostri cuori. Fatevi forza, tenete sempre la testa alta. Io sono sempre con voi, SEMPRE NOTAV!!!
[1] – la parola animaletti la uso esclusivamente perchè è uno dei termini che mi è stato “incollato” addosso da giudici e pubblici ministeri, che, tra le tante infamie che hanno scritto su di me, hanno meso agli atti che avrei dichiarato: ” non sono mai stata in Valle ma ero contraria ai buchi che si fanno alla montagna e che portano via tanti animaletti”.
p.s.- durante questi mesi ho intentato moltissime richieste di libertà o cambio dimora, permessi di Natale, molti dei quali mi sono stati negati ma che hanno avuto un costo per i miei avvocati. Non avendo in questi mesi, alcuna possibilità di lavorare, non riesco a dargli soldi. Loro sono avvocati di movimento, ma sono per me anche grandissimi amici, che durante tutti questi mesi mi sono sempre stati molto vicini. Per questo motivo ho deciso di non prendere gli avvocati del movimento NOTAV. Spero di poter avere un aiuto da voi, sempre nelle vostre possibilità.
Grazie!