Seguire cio’ che sta accadendo in Italia alimenta ansie, paure e frustrazioni che era tanto che non sperimentavo. Mi sento addosso una cappa di schifo di cui non riesco a liberarmi e quasi quasi meglio che non torno…
Leggi speciali, cittadini che si improvvisano infami e poliziotti, ma che paese e’? Quale circolo vizioso ha portato i mezzi di informazione di massa a diventare mezzi di delazione di massa? Forse e’ tutta colpa di “indovina chi” a cui giocavamo alle elementari? (io mi ricordo che funzionava intanto col genere: e’ maschio o femmina? e buttavi giu’ meta’ delle caselle…).
Intanto qui si prepara una grande manifestazione volta a bloccare quella patriottica nazionalista e in ultima analisi fascista che si terra’ a Varsavia l’11 Novembre. Anche se sono anarchiche e anarchici per lo piu’ si e’ scritto un regolamento molto preciso per entrare a far parte della coalizione antifa. No alle bandiere. Si’ a tutte le pratiche di antifascismo e al rispetto di ognuna per ognuna. Ma anche che blocco significa blocco.
Sono giovani, sono belle e belli. Non hanno quella disillusione che almeno per quanto mi riguarda mi ha colpita ancora prima di cominciare. La prima chiamata antifa l’hanno fatta pochi anni fa delle ragazze che spontaneamente hanno preso spazio in una citta’ con poche centinaia di persone. L’anno scorso la manifestazione (di qualche migliaio di persone) e’ riuscita far spostare il corteo dei fascisti. Quest’anno si punta a bloccarlo. Le energie da entrambi i lati sono moltissime, e non sara’ facile. E l’altro obiettivo e’ far capire cosa il fascismo sia, il fatto che non riguardi solo svastike sui muri delle citta’ ad esempio, ma qualcosa di piu’ complesso. E per farlo ci vogliono i colori e le azioni, oltre che la fermezza. Se no famo a chi ce l’ha piu’ lungo (il bastone) e basta (controllare al minuto primo del video linkato).
11 Novembre, Varsavia.
Sempre in ogni citta’.
Bloccare il fascismo.
(e speramo bene)