Femminismi
giochi pericolosi
Categories: Malapecora

tre amici si incontrano. sono tre persone a cui piace giocare. sono adulti rimasti dentro un po’ bambini e fanno giochi pericolosi in luoghi insoliti.
gli piace togliersi l’aria, sperimentare l’ebrezza di rimanere senza fiato e mettere uno la vita nelle mani dell’altro.

ma una sera qualcosa va storto. le corde con cui giocano strappano via la vita a una di loro, lasciano l’altra mezza morta e incosciente e giurerei che anche il terzo non si senta troppo bene.

fin qui la cronaca. comprese nel prezzo le solite, dilettantesche imprecisioni giornalistiche e il moralismo becero della solita psicologia da bar, che alla tristezza per una morte disgraziata aggiunge la rabbia.

c’é un’ignoranza profonda dietro queste condanne sommarie dei giovani d’oggi senza piú valori (formula in uso da una cinquantina d’anni almeno, sará mica che i giovani non ce li hanno mai i valori? e poi, scusate, quand’é che si smette di essere giovani? se é quando si riesce ad essere indipendenti economicamente cantiamo insieme il salmo responsoriale, che qua non invecchieremo mai – maturi lo siamo da un pezzo)

cosa sono le perversioni?
io sono – come spesso – dell’opinione della Pornoterrorista: siamo tutte malate, sí, non c’é dubbio.
abbiamo voglia di sperimentare con i nostri corpi sensazioni forti, incontrare il limite e se ci riusciamo ridergli in faccia, e goderne.
strappare ogni minuto libero alla logica della produzione/riproduzione che ci vuole macchine docili, schiave dei profitti altrui o protagoniste dei nostri sogni e dei nostri discorsi, peró a pagamento.

quando avevo 16 anni il rituale iniziatico piú in voga nelle feste del sabato sera era il flash. consisteva in un’iperventilazione preparatoria, 15 respironi fondi. poi ci si addossava a una parete e di solito il piú energumeno del gruppo ti metteva le mani al collo, opprimendolo durante 3, 4, 5 lunghissimi secondi.
qualcuno sveniva, piú spesso si flesciava – vedevi tutto bianco, la stanza girava e per un momento perdevi il controllo di te.
giochi innocenti per bambini deficienti, ancora ignari della banalitá del male: giocavamo con la morte, la sfidavamo con l’incoscienza adolescente. qualcuno continuava, con maggiore o minore accanimento.

la strada dell’eccesso porta al palazzo della saggezza, proclamava un poeta inglese – anche se tanti lo confondevano con Jim Morrison.
la strada dell’eccesso ti fa scappare da una realtá troppo complicata da vivere, nella quale la democrazia é una farsa, il terrorismo é di Stato, l’indecenza di governo e la libertá di scelta e di autodeterminazione un pernacchio in faccia.

in questo 11 Settembre che 10 anni fa ha inaugurato l’era della paura e della guerra preventiva, nel quale i kompagni ricordano la sconfitta dolorosa del sogno di Salvador Allende di un Cile comunista, nel quale i nazionalisti catalani festeggiano la fine della loro indipendenza, io brindo a un mio personale fracasso.

il Biondo aveva 23 anni e pure a lui piacevano i giochi pericolosi. era una stella che implodeva e io troppo giovane e inesperta per avere la minima idea di cosa fare: quando trovai a casa sua una siringa mi stupii e me ne andai arrabbiata. con lui, col mondo e con me stessa, incapace di reagire.

morí solo, nell’11 Settembre che salutava il Novecento.

a lui, alla ragazza morta l’altra notte, a tutte le stelle che implodono giocando troppo duro vanno i miei rispetti, i miei vaffanculo, la mia impotenza e le mie lacrime di stasera.

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