Simposio significa, dal greco, bere insieme.
Al di là dell’intuizione letterale con cui ho preso quest’etimologia, l’ubriachezza che mi ha colpita è stata quella da conoscenze interessanti, da persone da ascoltare, da saperi da assorbire.
Alcuni più giovani di me*, che hanno dato vita a un bel progetto di divulgazione storica di parte (ma la storia lo è sempre). Il Caso S. progetto di giovani studiose e studiosi che cercano di far venire fuori qualcosa, dialogando di storia.
Le tante studiose che si occupano di donne/di genere e di dare una cornice interpretativa non neutra, né neutrale alla storia.
Ma cosa abbiamo fatto? Abbiamo parlato di conflitti (dal latino, percuotere insieme).
Parlare di conflitto oggi, a dieci anni da Genova quando Storie in Movimento è nata, e all’indomani della No-Tav non è facile. Ancora meno lo è dandogli una cornice storica. Nonostante non abbia fatto la Pantera, parlare di centri sociali e occupazioni universitarie negli anni ’90 mi smuove la pancia. Mi sconvolge e mi annebbia, anche. Figuriamoci quando si parla di Tav, di monnezza a Napoli, e No Berlusconi Day. Eppure tutte quelle studiose e quegli studiosi ne erano capaci. A partire da ciò che succedeva nel cosiddetto “Biennio Rosso” (ma anche bianco e blu), o nel Risorgimento ci siamo accompagnati nella storia del conflitto fino all’oggi. Al blocco nero e alla trasversalità dei movimenti per l’ambiente. Non so che dire, perché c’è chi l’ha detto già meglio di me. Dico grazie a chi ho conosciuto, e ho l’amarezza che già mi portavo dietro dopo l’Hackmeeting, che mi mancano già tutte e tutti. E il massimo che posso fare è aggiungere un paio di feed e link al blog, augurandomi di rivedere tutt* presto.
L’immagine è dalla No Tav. Non ci ruberanno il futuro, ma nemmeno il passato, checcazzo.
*era veramente tanto che non mi sentivo giovane (e ignorante) come in questi giorni, in realtà…