Femminismi
[No Tav] Adoro la rappresentanza
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Io sto con lei e con loro. E con chi c’era ieri e chi ci sarà oggi e domani.

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Dalla seduta della Camera del 28 Giugno 2011, disponibile sul sito della Camera stessa.

Stefano Allasia (Lega Nord, classe ’74 – una giovinezza buttata insieme ai capelli-): Signor Presidente, il mio intervento sull’ordine dei lavori è in merito all’intervento effettuato la scorsa nella giornata di ieri, a Chiomonte, in Val di Susa, per sgombrare un’area cosiddetta a rischio, in cui alcuni esponenti dell’opposizione di questo Parlamento richiedevano la militarizzazione per lo sgombero della Valle per i manifestanti contro la TAV.
Diamo la massima solidarietà agli agenti feriti perché vi è stato un episodio gravissimo con sassaiole e manifestazioni pesanti sulla città di Torino, sulle varie amministrazioni comunali da parte dei no TAV dissidenti che appoggiavano e che appoggiano l’infrastruttura paneuropea. Per tale motivo la nostra posizione deve essere chiara e deve essere ribadita a gran voce e, a tal fine, utilizziamo la cassa di risonanza che il Parlamento, che quest’Aula ci può dare, consentendoci di manifestare apertamente la nostra approvazione all’infrastruttura della TAV, che è un’occasione per il Paese, per il Piemonte e per Torino stessa.


Sappiamo benissimo che alcune fronde estremiste di sinistra vorrebbero che la TAV non fosse costruita. Noi ribadiamo il concetto e ribadiamo che ci deve essere un atto democratico, che è indubbiamente quello elettorale, che abbiamo visto a più riprese, da diversi anni, in Val di Susa, di partiti che appoggiavano la TAV vincere le elezioni amministrative, politiche e regionali.
Quelle devono essere prese in considerazione e non i facinorosi perditempo che bivaccano e hanno manifestato pesantemente e malamente perché sono poi finiti oltre 30 appartenenti alle forze dell’ordine (tra carabinieri e poliziotti) all’ospedale. Bisogna porre qualche problema di legittimità delle manifestazioni che i no TAV svolgono sul territorio torinese e piemontese.
Speriamo che l’intero Parlamento e le forze dell’opposizione in quest’Aula prendano le distanze a pieno titolo dai manifestanti facinorosi e violenti che non permettono un regolare processo dell’attività democratica nel nostro Paese e anche in questo caso nelle nostre vallate piemontesi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

Presidente, ovvero Rocco Buttiglione: Credo di potermi associare anche a nome di tutta l’Aula alla solidarietà con gli agenti feriti nel compimento del loro dovere in difesa della democrazia e dello Stato.

Agostino Ghiglia (commissione “Ambiente” alla Camera, PDL): Chiedo di parlare.

Sempre Rocco, purtroppo non Siffredi: Ne ha facoltà.

Agostino Ghiglia (torinese, roba di AN): Signor Presidente, vorrei anch’io spendere alcune parole per testimoniare la solidarietà di tutto il Popolo della Libertà e mia personale agli agenti che in queste ore e in questi giorni sono impegnati in Val di Susa per difendere i diritti della democrazia, della legalità e lo Stato di diritto contro bande armate di facinorosi che da mesi e mesi preparano una vera e propria guerriglia contro lo Stato prima ancora che contro l’opera.
Vorrei testimoniare la nostra vicinanza e la nostra adesione «senza se e senza ma» a questi tutori dell’ordine che, nonostante tante difficoltà e una situazione ambientale particolarmente difficile, si stanno spendendo in queste ore per la realizzazione di un’opera che non è soltanto strategica e importante, ma vitale per il futuro della nostra nazione, del Piemonte e anche – andando più nel piccolo – della provincia di Torino.
Noi non possiamo rimanere isolati dall’Europa, nonostante bande di delinquenti prezzolati da una sinistra estrema, che per fortuna non trova più posto in questo Parlamento e che fa delle battaglie del «no» alla TAV, al ponte e a qualsiasi tipo di inceneritore, di cava, di discarica, l’unica forma di sopravvivenza politica [n.b. ciò che forse non è chiaro, è che la lotta non è per la sopravvivenza politica, ma per quella in genere]. Quindi, nel ribadire ancora una volta il nostro «sì-TAV» assolutamente incondizionato vorrei anche però porre all’attenzione – suo tramite – al Ministro Maroni e al Governo di vigilare sulle troppe voci cosiddette antagoniste che in questi giorni invitano alla violenza e incitano all’insurrezione attraverso la rete.
Ne potrei citare alcune – e le cito – in maniera tale che rimanga, come si suol dire in queste occasioni, agli atti: infoaut.org, indymedia.org, csoaskatasuna.org, Radio Blackout di Torino, che ha i locali gentilmente concessi dall’amministrazione comunale e dal sindaco Fassino, che fanno della propaganda sovversiva, dell’invito alla lotta contro lo Stato, della mobilitazione violenta contro le istituzioni i loro canovacci e il leitmotiv di tutti i loro programmi e di tutta la loro propaganda.
Quindi, signor Presidente, la invito ad informare il Ministro dell’interno di questa situazione, augurandomi che il prima possibile queste voci non di dissenso, ma di violenza, vengano oscurate o quanto meno ricondotte ad un atteggiamento democratico di opposizione, ma non di violenza, di propaganda violenta e di istigazione ai reati.
Concludo, ribadendo per l’ennesima volta – perché non è mai troppa – la solidarietà alle forze dell’ordine nella consapevolezza che purtroppo siamo solo all’inizio, che queste bande di facinorosi avranno e tenteranno ancora azioni non solo di disturbo, ma di vera e propria intimidazione nei confronti degli amministratori locali e di tutti coloro i quali coraggiosamente difendono un’opera vitale per la nostra nazione.

Rock the clock: Onorevole Ghiglia, naturalmente provvederemo a far presente le sue osservazioni al Ministro dell’interno.

Renato Cambursano (IDV: ci piace per il tentativo di salvare capra e cavoli): Chiedo di parlare.

Rocco: Ne ha facoltà.

Cambursano: Signor Presidente, chiarisco subito che intervengo a titolo personale proprio sui fatti oggetto delle comunicazioni dei colleghi in ordine ai lavori. Ero prima in riunione con l’Unione industriali di Torino su questi temi e poi ad una programmata conferenza stampa insieme ad altre associazioni politiche e di volontariato quando venivano svolte quelle azioni di forza in Val di Susa.
Credo che la coerenza e lo sguardo lungo di un politico siano le condizioni primarie per esercitare il proprio ruolo. Parlo di sguardo lungo perché se uno dovesse misurare semplicemente la politica nei termini dell’oggi o semmai del domani e non già invece in un profilo molto più lungo nel tempo e di merito rispetto ai vantaggi prodotti da una certa opera che nell’immediato viene valutata non positivamente, non svolgerebbe il proprio ruolo in modo corretto, così come la coerenza dovrebbe essere la precondizione rispetto a posizioni manifestate nel corso degli anni.
Per quanto mi riguarda, la mia posizione è sempre stata favorevole alla realizzazione di questa grande infrastruttura che colleghi la Francia e tutto il mondo dell’Europa occidentale con l’Europa dell’est, passando attraverso il valico della Val di Susa.
Bisogna rappresentare – cosa che io faccio personalmente – la solidarietà alle forze dell’ordine e dire che una delle fonti citate dal collega poc’anzi, Radio Black out, sebbene sia una fonte assolutamente di parte, tuttavia ha detto testualmente che le forze dell’ordine si sono comportate correttamente. È chiaro che quando c’è resistenza possono anche esservi conseguenze, pertanto esprimo alle forze dell’ordine, a quegli agenti feriti e ai manifestanti che siano eventualmente stati colpiti da fatti collegati a questa manifestazione la mia piena solidarietà.
Ho sempre sottoscritto ordini del giorno e mozioni che andavano nella direzione di realizzare quell’opera. Lo Stato quindi ha un compito essenziale: far rispettare l’ordine e le decisioni assunte a maggioranza; le istituzioni piemontesi – e non solo piemontesi – si sono espresse più volte a favore della realizzazione di quell’opera, che «s’ha da fare». Ovviamente bisogna governarla bene: non potranno esservi migliaia di rappresentanti delle forze dell’ordine quotidianamente in Val di Susa. Deve essere riattivato il tavolo presieduto dal dottor Virano, ma deve essere garantito – come bene ha detto il sindaco di Torino ieri – che il Governo destini risorse finanziarie compensative a quei territori, così come deve essere realizzato il nodo di Torino perché altrimenti, se così non fosse, avrebbe ragione chi manifesta contro. L’opera è utile e s’ha da fare, ma deve essere completa e vista in prospettiva.

Emanuele Fiano (PD – si continua a profilare più come una bestemmia che come il vago sentore di qualcosa di sinistra -): Chiedo di parlare.

Rocco: Ne ha facoltà.

Fiano: Signor Presidente, credo che sulla vicenda che ha visto ieri gli scontri in Val di Susa per l’apertura di uno dei cantieri della TAV vadano fatte alcune riflessioni pacate e serie su principi costitutivi dell’idea di democrazia. Credo che il dissenso sia il sale della democrazia, ma lo è altrettanto il diritto, che c’è in democrazia, di decidere.
La scelta di realizzare delle infrastrutture certamente utili al Paese nel rapporto tra il nostro Paese e lo sviluppo dell’Europa e nel collegamento con il corridoio est-ovest di questo sviluppo ha avuto numerosissimi passaggi istituzionali, parlamentari, di Governi di colore diverso, di parlamenti di colore diverso, di consigli regionali di colore diverso, di comuni e di province. Al termine di questo percorso istituzionale vi sono legittimamente opinioni ancora contrarie allo sviluppo di questa infrastruttura, si è svolto in questi ultimi tre anni un tavolo istituzionale di confronto molto importante nel quale sono state accolte alcune delle critiche, il progetto è stato ridisegnato, la modalità – di cui giustamente ieri il sindaco Fassino parlava nel consiglio comunale di Torino – con cui si realizzerà l’opera è cambiata a seguito di questo percorso istituzionale.
Ebbene, a conclusione di un iter democratico e nelle sedi istituzionali di consultazione perché il maggior numero possibile di richieste provenienti dalle popolazioni di quella valle venisse accolto e portasse a una modificazione del progetto, c’è il nodo fondamentale della democrazia che si esprime con il criterio rappresentativo nelle istituzioni. Ad un certo punto la democrazia ha non la possibilità ma il dovere di decidere e di realizzare ciò che è stato deciso dalle maggioranze, altrimenti si sfocia nell’anarchia che è il contrario della democrazia, e non creda chi ha opinioni legittimamente contrarie a questa opera infrastrutturale che nell’anarchia, nell’assenza di una gerarchia delle decisioni e nell’assenza di una gerarchia delle istituzioni verrebbero garantiti meglio i diritti legittimamente contrari all’opera di chi sostiene idee diverse. Non sarebbe così, è per questo che da tempo il gruppo del Partito Democratico, i colleghi di Torino – il Partito Democratico piemontese e torinese – e il Partito Democratico nel suo complesso hanno detto, come stiamo sostenendo in queste ore, che non c’è più discussione possibile sul «se» rispetto alla TAV, c’è una possibile discussione ancora sul «come», sapendo che abbiamo un appuntamento che il Partito Democratico non vuole perdere, poiché vogliamo che quest’opera si faccia perché ha superato tutti i gradi di condivisione e di confronto possibili nella democrazia.
È per questo che abbiamo espresso solidarietà agli agenti delle forze dell’ordine che ieri sono stati feriti negli scontri, ovviamente ci dispiace ed esprimiamo la nostra vicinanza anche a coloro che fra i manifestanti sono stati feriti ma non crediamo che faccia parte della democrazia lanciare le pietre sugli agenti delle forze dell’ordine che per ordine dei loro superiori sono lì per far rispettare la legge, perché nelle democrazie si deve far rispettare la legge. Altra cosa è dire, come altri qui hanno detto, che vogliamo avere la certezza da questo Governo – certezza che ancora non abbiamo – che verranno corrisposti tutti i fondi perché nella complessità di questo progetto venga dato ai territori tutto ciò che è stato promesso e perché si compia quella complessa e difficile opera di inserimento di questa infrastruttura nel territorio circostante.
Anche noi siamo preoccupati che il progetto vada avanti bene e che l’inserimento Pag. 34di questa infrastruttura avvenga secondo quanto è stato prestabilito, ma non ci piegheremo mai all’idea che un dissenso legittimo possa mai diventare manifestazione violenta. Sì a qualsiasi dissenso nella democrazia, no a qualsiasi opinione politica che si esprime con la violenza contro chi è lì per far rispettare la legge.
Mi consenta un’ultima frase signor Presidente, ci sono stati episodi gravi in queste ore di attacchi verso sedi del Partito Democratico, il collega Carra ha già ricordato gli attacchi di questa notte a Mantova e provincia di quattro sedi del Partito Democratico. Voglio ricordare la manifestazione che c’è stata ieri davanti alla sede nazionale del Partito Democratico con il lancio di un fumogeno. Non piegheremo la nostra cultura garantista e democratica di fronte a nessuna minaccia.
Ci appelliamo al Governo perché sappia garantire le nostre sedi. Riconosceremo tutti i diritti della popolazione, che ha diritto di esprimere il proprio legittimo dissenso, e continueremo a lavorare perché la democrazia alla fine decida (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Rocco: Credo di poter dire che tutta l’Assemblea esprime la sua solidarietà ai militanti del suo partito che hanno visto le loro sedi bruciate. Comportamenti del genere sollecitano una condanna da parte di tutte le forze democratiche.

[Retorica della terminologia “Democrazia = governo a cui prendono parte diretta o indiretta tutti i cittadini”, ma allora vlasusini non sono cittadini? E da chi sarebbero rappresentati?]

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