Femminismi
una psicomagia pornoterrorista
Categories: Malapecora

Diana é una sacerdotessa del delirio.
é una baccante capace di condurti attraverso la rabbia radicale, il desiderio piú recondito, le paure piú ancestrali e la trasformazione necessaria.
é dionisiaca e apollinea insieme: tanto le sue azioni possono risultare disturbanti, moleste, irritanti, letteralmente schifose – quanto la sua poesia é musica, é incanto, é magia – e la sua maniera di declamarla commovente.
quando ho visto la prima volta Diana in performance ho sentito le trombe celesti degli angeli e mi é venuto da vomitare insieme. ho sentito appieno il senso della parola poesia – che molte volte avevo associato a una ben confezionata e marketizzata fuffa altamente digeribile.

Diana declama le sue poesie sempre nuda ed é insieme bellissima e capace di incarnare la mostruositá piú repellente.
é padrona del suo corpo e pure della scena, perché non ha paura di essere se stessa.

se stasera per qualche valido motivo non potete andare ad assistere alla sua e alle altre performance di female extreme body art, vi propongo un’esperienza alternativa per avvicinarvi al pornoterrorismo come esperienza di liberazione.

 

 

mettetevi comode. direi mettetevi nude, ma mica tutte ci sentiamo comode, da nude (nella societá in cui viviamo é un obiettivo, piú che una condizione di partenza – purtroppo), poi fa anche un po’ freddo ancora…
diciamo che sarebbe bene aver a disposizione una ragionevole porzione di pelle – perché lo scopo di questa esperienza é quello di sentirsi e potersi toccare é abbastanza utile in questi casi.
dovete essere sole nello spazio che occupate. libere.

il primo passaggio sará uditivo. sentite questa composizione a volume abbastanza alto da poterne cogliere le vibrazioni piú profonde.
mentre ascoltate, cercate di sentirvi. cominciate dalle dita, attivate i polpastrelli e toccatevi.
a occhi chiusi, cercando di riconoscervi. perché siete voi stesse e non un’altra.
cos’é che vi fa uniche.
potreste desiderare di alzarvi in piedi. fatelo.

quando il pezzo sará finito, respirando riaprite gli occhi.

e leggete questo (piú sotto, la versione in italiano, se non vi sentite abbastanza comode con lo spagnolo)

Transfrontera di Diana J.Torres

Mi carne, mi sangre, mi piel, mi reino.
Donde yo mando, donde yo decido.

Salgo de una expectativa preferida,
camino sobre la tapia de vuestra frontera repugnante
y con paso de gigante entro en vuestras clínicas, vuestros dispensarios, vuestras escuelas, vuestros quirófanos.

Entro en vuestras bibliotecas y engullo uno a uno
todos los manuales que utilizáis para darle nombre
a mis emociones.

Mi piel, mi carne, mi sangre, mi templo.
Donde oran las profanas, las desahuciadas de la fe, las perversas
y las anormales.

Atraco vuestras farmacias a punta de pistola
e ingiero vuestras soluciones para locos.
Lo que nunca sabréis es que esto que hago
lo hago sin creer en vuestro discurso,
sin confiar en el futuro que me deparan vuestras predicciones,
sin dejaros conocerme.

Mi coño, mi polla, mis orificios todos, mi orgasmo:
donde he construido un monumento al deseo que siempre está lubricado.
Entreno hormonas como si fueran soldaditos,
los preparo para asaltar vuestros palacios del amor mojigato,
y rescatar a vuestros cachorros mutilados en nombre del bienestar.

Soy una actriz de vuestro drama y lo he convertido en comedia,
queríais que fuera caperucita y le cambié el guión al lobo,
que también estaba hasta la polla.

Atravieso las fronteras de vuestras propias neurosis,
y me instalo justo ahí donde quiero estar,
donde luzco como un molesto insecto mutante
al que no podéis matar.

Mi cuerpo, mi cuerpo, MI CUERPO.
Donde yo mando, cabrones!!!

( TRANSFRONTIERA

La mia carne, il mio sangue, la mia pelle, il mio regno.
Dove io comando, dove io decido.

Esco da un’aspettativa preferita
cammino sul muro della vostra frontiera ripugnante
e con passo da gigante entro nelle vostre cliniche, nei vostri
ambulatori, nelle vostre scuole, nelle vostre sale operatorie.

Entro nelle vostre biblioteche e ingoio uno a uno
tutti i manuali che utilizzate per dare nome
alle mie emozioni.

La mia pelle, la mia carne, il mio sangue, il mio tempio.
Dove pregan le profane, le sfrattate dalla fede, le perverse
e le anormali.

Assalto le vostre farmacie a punta di pistola
e ingerisco le vostre soluzioni per pazzi.
Quello che non saprete mai é che questo che faccio
lo faccio senza credere nel vostro discorso,
senza credere nel futuro che mi offrono le vostre predizioni,
senza lasciarmi conoscere.

La mia fica, il mio cazzo, tutti i miei orifizi, il mio orgasmo:
dove ho costruito un monumento al desiderio che é sempre lubrificato.
Alleno ormoni come se fossero soldatini,
li preparo per assaltare i vostri palazzi dell’amore castigato,
e riscattare i vostri cuccioli mutilati in nome del benestare.

Sono attrice nel vostro dramma e l’ho trasformato in commedia,
volevate che fossi Cappuccetto e cambiai la parte al lupo,
che ne aveva anche lui piene le palle.

Attraverso le frontiere delle vostre proprie nevrosi,
e mi installo giusto lí dove voglio stare,
dove risplendo come un molesto insetto mutante
che non potete ammazzare.

Il mio corpo, il mio corpo, IL MIO CORPO.
Dove io comando, stronzi! )

 

questa prima lettura sará per conoscere il testo. per entrarci dentro, per capire dove e quando piú vi tocca e vi rappresenta. leggetelo con la testa e anche con il corpo. sentitelo che risuona, dove e con quale intensitá.

per il terzo passaggio vi consiglio di alzarvi in piedi.
fate un respiro profondo e cominciate a recitare la poesia (ovviamente potete leggere)
recitatela come se aveste davanti un pubblico immaginario composto dalle persone che durante la vita vi hanno fatto sentire inadeguate, che hanno represso i vostri istinti, che vi hanno detto che eravate brutte, che non eravate normali, che vi dovevate curare.
gridate.
sentite ogni parola vibrare nel profondo, fatela risuonare dentro e fuori, assumetene il senso.
queste parole sono una dichiarazione di guerra e l’affermazione della vostra emancipazione.
animatele e ributtatele in faccia, con tutta la violenza necessaria, a chi vi voleva schiave.

é il vostro corpo, dove voi comandate.

coi pugni stretti o con un sorriso rilassato, ma siate padrone di voi stesse.

dopo esservi assunte questa bellissima responsabilitá, il resto verrá da se.

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