Il quotidiano fondato da Antonio Gramsci si appella a donne “silenti”, non alle prostitute, definite esplicitamente minoranza, perchè Concita afferma che è “a tutte le altre donne che mi rivolgo (…) Madri, nonne, figlie, nipoti, dove siete. Di destra o di sinistra che siate, povere o ricche”.
Dunque dovrei riconoscermi nell’identità sociale donna in quanto appartenente a legami famigliari matrilineari? Ma che analisi è questa? Dobbiamo essere per forza figlie? O madri? o nonne? Dobbiamo essere per forza eteronormate? Dobbiamo essere per forza eterosessuali che vivono in una famiglia? Dobbiamo essere per forza angeli del focolare che… si indignano secondo una morale “figlia di un tempo”? Ecco l’appello alla sorellanza che si rivela sessista, eteronormativo, elitista (nessuna distinzione di classe se sei mamma, nonna, figlia) – destra&sinistra, madò che qualunquismo. E nemmeno è tanto radicale, l’appello, da nominarla, la “sorellanza”, poiché significherebbe dare visibilità a un concetto pericoloso per lo status quo e aprire un dibattito su cosa significa, e quali sono i suoi limiti teorici e pratici. Cara Concita, pare non ti renda conto che non stai parlando a una massa informe. L’Italia (per quel che può significare una “nazione”) è percorsa dai movimenti più attivi d’europa, femministi, lesbici, queer, precari, migranti, antifascisti, anticlericali, anarchici, vegani. Con una storia così intensa, che è un peccato non conoscerla. Come si può credere e reiterare l’idea del “silenzio”? Nessuna sta in silenzio da anni, decenni. Nessuna tace ogni giorno della propria vita, individualmente e collettivamente.
Potresti, invece, Concita, dare visibilità, nella tua posizione di potere, a chi in silenzio non ci sta, perchè, Concita, te lo garantisco,
NON RIUSCIAMO A STARE ZITTE MAI, E NEMMENO VOGLIAMO FARLO:
Non tacciamo per/con Joy
Non tacciamo per/con Mara(gridaforte)
Non tacciamo per/con Marcella e la lotta trangender
Non tacciamo per/con le/i/* migrant* chiusi nei campi di bio-concentramento chiamati CIE
Non tacciamo il 1 Marzo-Non tacciamo l’8 Marzo
Non tacciamo sulle GRU
Non tacciamo nelle università
Non tacciamo contro il Vaticano
Non tacciamo contro la violenza fascista e di stato
Non tacciamo per difendere le nostre terre, dalla val susa a terzigno
Non tacciamo durante l’ora d’aria nei posti di lavoro (quando c’è)
Non tacciamo nelle carceri
Non tacciamo negli spazi concreti e virtuali che percorriamo
Non tacciamo nelle nostre vite quotidiane
Non tacciamo dall’estero
Non tacciamo a noi stesse i pregiudizi che purtroppo performativamente ci abitano dentro.
I nostri corpi non tacciono.
SIAMO PUTTANE, SIAMO ANTIRAZZISTE E SIAMO ANTIFASCISTE!
Ora la domanda: firmi?
Ecco la risposta: no.
Si alla proliferazione delle pratiche, ma no a quelle sfacciatamente retrograde!!!
>>Update-ovvero di altre voci critiche:
Ecco l’appello de L’Unità
Dove siete donne? Diciamo: «Ora basta»
Sono sicura, so con certezza che la maggior parte delle donne italiane non è in fila per il bunga bunga. Sono certa che la prostituzione consapevole sia la scelta, se scelta a queste condizioni si può chiamare, di una minima minoranza. È dunque alle altre, a tutte le altre donne che mi rivolgo. È il momento di rispondere forte: dove siete, ragazze? Madri, nonne, figlie, nipoti, dove siete. Di destra o di sinistra che siate, povere o ricche, del Nord o del Sud, donne figlie di un tempo che altre donne prima di voi hanno reso ricco di possibilità uguale e libero, dove siete? È il momento di dire: «Ora basta».
Concita De Gregorio