Femminismi
– turbocapitalismo + ecofemminismo
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Da Papi a Monti: che ci cambia a noi donne sull’orlo di una crisi economica ma anche finanziaria ma anche ecologica che non siamo state noi a creare ma che siamo chiamate comunque a pagare? Tolta la buffoneria machosessista dell’unto dimesso -[che sì, certo è la liberazione da un fastidio, non la soluzione del problema]- rimane l’uguale macelleria sociale diffusa con l’aggravante di salutarla come una liberazione. Perciò tocca prenderci per tempo ed inquadrare il riservato signore dall’aplomb bocconiano. Intanto questo flash che qualcuno ha richiamato dal Corriere del gennaio di quest’anno; sono parole sue: “In Italia, data la maggiore influenza avuta dalla cultura marxista e la quasi assenza di una cultura liberale, si è protratta più a lungo, in una parte dell’ opinione pubblica e della classe dirigente, la priorità data alla rivendicazione ideale, su basi di istanze etiche, rispetto alla rivendicazione pragmatica, fondata su ciò che può essere ottenuto, anche con durezza ma in modo sostenibile, cioè nel vincolo della competitività. Questo arcaico stile di rivendicazione, che finisce spesso per fare il danno degli interessi tutelati, è un grosso ostacolo alle riforme. Ma può venire superato. L’abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po’ ridotto l’handicap dell’Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili.
Già da queste poche righe sappiamo quale sarà la ricetta. Qui un’analisi più dettagliata; lasciamo stare la soluzione che lo scrivente propone nell’alleanza strategica coi “brics” o sulla reindustrializzazione ; il resto inquadra bene il contesto. In ogni caso, anche non conoscendo vita morte e miracoli del senatore Monti o, di quella che sarà la futura squadra di governo, ci siamo fatte le seguenti domande: -abolirà la casta? -cancellerà le grandi opere inutili? -condannerà la precarietà? -abbatterà la mafia? -starà dalla parte dei/lle salariat*? Claro che no. E allora cosa si vuole da noi? Ma non dovremmo essere noi a presentare il conto per i soldi che ci vengono orapresente estorti, i servizi negati e il territorio devastato? Dimissioniamoli tutti! Buffone l’uno, vampiri gli altri.

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