Fonte sorgente e fonte riferimento, fonti di natura e fonti di cultura.
Le fontane sono le nostre fonti, sorgenti d’acqua, di storia e di futuro.
Noi siamo parte del popolo delle fontane.
In ogni casa, giardino, orto, c’è una fontana. Ce ne sono anche di pubbliche lungo le strade, quelle più vecchie che al di sotto della linea delle risorgive si “batteva” il pozzo e l’acqua sgorgava in superficie, ed ancora sgorga, poca o tanta, giorno e notte, ininterrotta.
Il suono dell’acqua che scorre è lì, impresso nelle nostre vie sensoriali, è dentro di noi; toglieteci le fontane e ci avrete fatto violenza.
Una violenza antropologica che periodicamente le varie lobby acquedottistiche, sempre politicamente supportate tentano di perpetrare. Le abbiamo respinte altre volte.
Le respingeremo ancora.
Non c’è forzatura e non c’è spreco nelle fontane domestiche; c’è invece quell’uso virtuoso dell’acqua che dà vita “gratuita” p.es. agli orti e che con intelligenza tecnologica potrebbe dare anche quella famosa “energia pulita” di cui lobbysti ed affaristi, spesso sporchi, si riempiono la bocca ma solo quella.
Già…, l’acqua è una di quelle risorse che nulla si crea e nulla si distrugge… ma tutto si degrada…
E non siamo qui forse a fare i conti con quel degrado di risorse e di ambiente misurati dall’ora x del cambiamento climatico?
Il capitalismo ha fallito, la globalizzazione ha fallito, la scienza ha fallito, il p a t r i a r c a t o ha fallito.
Lo dice la situazione drammatica del pianeta; hanno fallito. Tutti.
Già quarant’anni fa Francoise D’eaubonne scriveva che viviamo in in paradosso mortale: una popolazione crescente che deve vivere con risorse che vanno diminuendo; lei lo vedeva come un regalo del patriarcato: sfruttamento della natura ed inflazione demografica; un ambiente soverchiato nelle sue capacità di rigenerazione e donne espropriate della volontà decisionale sui propri corpi.
Oggi, in un pianeta che affoga nella propria CO2 di scarto i governi elencano azioni virtuose che mai verranno attuate compiutamente perchè il paradigma della crescita e dello sviluppo non sono cambiati e si dice che l’ultimo tabù è quello fra riproduzione e cambiamento climatico e perciò il tentativo di guardare alle donne per contenere la catastrofe ci riporta lì dove si nasce, al corpo delle donne.
Il corpo è un’altra delle nostre fonti: la più amata; carnale e testuale, fonte di informazione e ormai di autodeterminazione; per quanto ci riguarda, null’altro da concedere a governi e sistemi interpretativi miserrimi e truffaldini che hanno cannato in piena lasciandoci penare la siccità o annegare nelle alluvioni e che vorrebbero ancora intubare e lucrare sull’acqua che sfugge al loro controllo.
Le nostre fontane sono l’essenza del nostro territorio, le nostre fonti sono sapienze di resistenza, pratiche di libertà; non si esce dalla crisi climatica locale rinunciando alle une, non si cambia nulla nella crisi climatica globale disconoscendo le altre.
Domenica 21 settembre, giornata mondiale di mobilitazione contro i cambiamenti climatici
Manifestazione conclusiva per la petizione in difesa delle fontane
ore 17,00 – Piazza della fontana – S.Giorgio di Nogaro