Si stà a discutere di ambiente, ecosistemi, decrescita, cambiamento climatico…. si stà a lottare contro gli ogm, la devastazione capillare del territorio, per l’autodeterminazione individuale e per i diritti dei popoli… poi arriva il Transatlantic Trade and Investment Partnership: il TTIP , e ti mangia in un tic e tac.
Il trattato di liberalizzazione commerciale, attualmente in forma di trattativa pressochè segreta fra Europa ed America punta alla tutela esclusiva degli investitori (leggi lobby e multinazionali) surclassando qualsiasi regolamentazione pubblica di tutela dei diritti sociali, pubblici ed ambientali…
Che cosa sia nel dettaglio, è spiegato un po’ qua un po’ là in modo più o meno critico e dubitativo; prendiamo quello più diretto che si chiama StopTTIP; poi c’è questo, questo e insomma, diversi altri che ci fanno capire la sostanza.
Non che gli interlocutori politici di adesso siano illuminati ed orientati al bene comune, tutt’altro, lo sappiamo, ma siccome non c’è fine al peggio, il ttip è di sicuro il peggio.
La barzelletta del momento è invece questa intervista ad Elisabetta Gardini che ce la racconta su quanto il trattato sia una opportunità e sugli americani che dovrebbero prendere le nostre buone abitudini. …ha, ha…
Non sarà la sola, ovviamente, a menare la viola, ma i più parleranno a trattato concluso, sfornato, fatto, finito e servito. L’ultima portata del neoliberismo. La più velenosa.
Rovesciamo il tavolo.