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aborto49Abbiamo rubato questa bella foto dal blog di Chiara Lalli nel punto in cui parla di obiezione di coscienza.
Quindi parliamo di aborto, ed il titolo non si riferisce alla trista vicenda del cartello di Big Pharma contro cui si è data una mossa  Lorenzin ma alle operazioncine interpretative della ministra e del suo entourage intorno ai dati sull’interruzione volontaria di gravidanza.
Ieri è stato reso noto il giudizio del Consiglio d’Europa sul fatto che l’obiezione di coscienza in realtà corrisponde ad una obiezione di struttura che rende nei fatti impraticabile un diritto; cosa da sempre denunciata da molti collettivi femministi.
La cosa è evidente; d’altra parte non poteva che dare questi frutti il semino dell’obiezione impiantato dentro la 194, non solo per un periodo di transizione  (che poteva essere anche plausibile), ma in aeternu, in strutture che hanno tutte nomi si sante/i, martiri e madonne e dove mestieri e carriere probabilmente, ahinoi, ancora devono essere unti/e dal signore.
Ma la ministra dice che non c’è nessun problema, che si tratta piuttosto di una questione distributiva/organizzativa di personale.
La sbugiardano però le ginecologhe della Laiga: “Il ministero della Salute fornisce numeri falsati su obiezione di coscienza”, dicono.
E la differenza tra i dati della Laiga e quelli ministeriali è mica da poco! 10 contro 1,7!
In ogni caso, anche fossero credibili quelli ministeriali; ci sarebbe qualcos’altro da indagare a fronte del calo di ivg e dell’aumento dell’obiezione di coscienza: l’aumento dell’aborto clandestino.
Per la ministra può anche essere che occhio non vede e cuore non duole; non per noi.
Forse dovremo guardare la foto qui sopra a colori, ambienta ad oggi e con la stessa scritta.
Le Cagne sciolte hanno inziato dall’Ordine dei medici.

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