L’Huffington Post ci narra che Zürcher Frauenzentrale è un’ associazione che si occupa di violenza contro le donne e ci mostra la sua ultima produzione in merito. Una bambina che vuole imitare la mamma: scarpe col tacco, rossetto e occhio pesto, perchè la mamma è vittima di violenza e perciò, ci suggerisce lo spot, un solo carnefice, due vittime. Vero.
Però… però… però che stufa di questa solfa che continua a prendere le misure sulle donne…. Le violenze della persona che maltratta hanno effetto solo sulle figlie femmine? E’ scontato che le femmine imitano la madre e, per geometria speculare, i bambini il padre? Se sì, perchè allora non intervenire, dopo una caterva di spot di denuncia della violenza contro le donne -che a furia di mostrare occhi pesti l’hanno capito anche i sassi, che c’è- con spot che puntano a mostrare l’origine della suddetta oppure, come sarebbe logico, una via d’uscita, una luce in fondo al tunnel, una ribellione, una semplice indicazione che non sia il trito piagnisteo sulle donne che non denunciano?
Chissà perchè abbiamo la netta impressione che piaccia vedere le donne in questo tunnel senza uscita; un grido che ascolta solo la sua eco all’infinito; che dalle “pubblicità progresso” rimbalza sui brand granmoda e torna indietro a riprodurre l’immagine sociale della donna attesa. … e della bambina offesa.
Una denuncia della violenza chiusa in un circuito senza uscita, riproduce violenza. Suo malgrado.