Ci chiediamo cosa c’è di più culturale di uno stupro che avviene in una festa fra compagni di scuola dove uno a turno fa il palo mentre gli altri violentano la ragazza che hanno scelto come elemento hot del divertimento.
Dentro ogni stupro c’è la cultura del disprezzo dell’altra/o, dentro stupri come questo c’è il cameratismo fondato sul sessismo più atroce e l’alterigia fondata sul presunto silenzio della vittima e la percezione di una diffusa protezione sociale e/o famigliare.
Ma la vittima non ha taciuto, ed a lei va tutta la nostra solidarietà.
E che nessuno artatamente insinui la disponibilità della vittima perchè vi sarebbero “…stati rapporti sessuali, pur in assenza di segni di violenza fisica.” (>qui)
Perchè siamo in una situazione sclerata in cui si invocano anni di carcere per i molestatori-stupratori-femminicidi, non dimentichiamolo, sobillati anche dal nuovo dl contro la violenza di genere che deve “mettere in sicurezza” le donne, ed una cultura che, appena può, continua imperterrita a crocifiggere le vittime, soprattutto se vittime non di extracomunitari ma di rampolli di “buona famiglia”. Perchè nello stupro c’è dentro anche il razzismo della serie … chi mi tocca a me?
Ecco, tra leggi securitarie e culture patriarcali in mezzo ci sta -tutta- l’intelligenza, la solidarietà e la passione delle donne; la forza per scardinarle entrambe.