Qualche anno fa (nel 2007) più di 600 Campesinos, donne e uomini di qualunque età, chiamati “los 400 pueblos” si presentano dove sta il parlamento del Messico per reclamare la loro terra. Oggetto della questione era una riforma del governatore di Veracruz e accusavano il senatore Delgado (governatore dall’88 al ’92) di aver espropriato 2000 ettari di terreno e di essere stato causa della carcerazione di centinaia di campesinos. “In meno di due settimane furono rasi al suolo 14 villaggi, case, scuole, la chiesa, la cultura e incarcerate 500 persone” – dichiarò Judith Romero, 45 anni, portavoce del movimento chiamato Los 400 Pueblos.
Il gruppo adottò il nome di una marcia del 1970 con l’adesione di 400 villaggi. Nel 2006 il senato recepisce la denuncia dei campesinos contro Delgado e lì si presentarono in tantissimi e completamente nudi.
“Siamo solo campesinos e non abbiamo altre armi che i nostri corpi per richiamare l’attenzione e per difendere la nostra dignità!” – dissero. Protestarono donne e uomini nudi con la foto del senatore a coprire i genitali. Dopodiché la foto ad un certo punto sparì. Ridotti a non possedere nulla, spogliati di tutto, manifestarono con dignità per riappropriarsi del diritto alla rivendicazione.
Tutto ciò accadeva prima delle Femen, in una delle maniere in cui tante persone, donne, dell’america latina, scendono in piazza quando capita.
E la cosa bella è che non fanno casting per poter fare il corteo. Sono corpi di persone come tante, quei corpi che il mondo perennemente censura anche con norme di una estetica dominante che, un po’ come fanno le Femen, prende il carattere sovversivo della nudità contro il potere e lo normalizza, lo ripropone al mondo nella stessa estetica che il potere adora. Perciò godetevi queste foto e invece che chiedere di coprire i corpi delle donne, spogliamoci tutte, giusto in difesa della nostra dignità.