da Abbatto i Muri:
Claudia ha assistito ad un incontro con Hebe de Bonafini la presidente del la asociacion del las madres de plaza de mayo e ci fa un breve resoconto per condividere la sua esperienza (grazie!).
E’ una donna fortissima e coraggiosa di quasi 85 anni. Ha parlato per quasi due ore. Ha raccontato la storia delle madres, la loro evoluzione e i fatti atroci di cui sappiamo, dopo aver combattuto per sapere dove sono i corpi e aver rifiutato il risarcimento dello stato per i suoi tre figli desaparecidos (tre) perché avrebbe significato cedere e farsi comprare, ha continuato a combattere per la verità e la giustizia. Oggi le battaglie legali sono in mano agli avvocati. Lei ha detto che gli ergastoli per genocidio non sono nulla rispetto al male commesso dai torturatori assassini ma, per loro, per le madres, va bene così. Ora il compito principale che si prefigge l’asociacion madres del plaza de mayo è quello di educare i giovani alla politica. Hanno fondato un’università gratuita (grazie a contributi di solidarietà e ai concerti “de rock”, di personaggi come “Esting e Vono”) dove prestano opera professori volontari, le materie sono la storia, il diritto ( per difendersi e non farsi difendere dagli avvocati dei banchieri) e le scienze poltiche. E questo perché lei dice che era una casalinga de montòn e i suoi figli le hanno insegnato il valore della politica, erano rivoluzionari e per questo sono stati presi. I giovani sono il futuro della nazione e devono essere preparati. “Porque la politica no es mierda , algunos politicos son mierda ma la politica no es mierda”.
Lei non ha paura di niente, nonostante gli arresti e le botte, ha detto che la politica è pensare agli altri tutti i giorni e mai a se stessi. Non ha voluto esprimersi sul nuovo papa nonostante le pressioni ha detto solo “Amen” e poi che la “Eglesia de la cupola es oppressora, la eglesia del terzo mundo libertadora”. Loro, le madres, hanno rapporti solo con la chiesa del terzo mondo, con i sacerdoti vicino al popolo. Ha parlato invece del papa che c’era prima (quello “de ante ante.” ovvero Woityla) ha detto che nel 1980 le ha ricevute facendole sperare, loro erano distrutte e lui ha detto che c’erano prigionieri ancora vivi! a loro non è sembrato vero che ci fossero dei ragazzi vivi dopo 4 anni di dittatura e hanno sperato che i figli tornassero a casa e che il papa sapesse e potesse fare qualcosa. Hanno chiesto insistemente un secondo incontro e lui non le ha ricevute più in udienza privata ma in un angolo del salone dove, a lei, ha consegnato un rosario, poi se n’è andato. Lei lo ha inseguito glielo ha restituito dicendogli: “grazie tienitelo io ne ho abbastanza e non ho bisogno di un’altra croce”.
Questa è Hebe de Bonafini in una breve resoconto che non rende giustizia alla sua enorme personalità. Io ero in prima fila e ho capito tutto, anche se parlava veloce, tranne qualche parola e in quel caso la traduzione è stata utile.
Quando lo Stato ha messo all’asta la ESMA le madres hanno chiesto e ottenuto il liceo che era il luogo dove venivano addestrati i militari a torturare, hanno chiesto quale fosse un simbolo di vita e quando qualcuno ha detto i fiori e il sole loro hanno fatto un appello alla popolazione. Molti artisti sono andati a dipingere quelle mura simbolo di morte con fiori e soli e siccome era la scuola della marina anche con elementi marini e adesso quel luogo “es un lugar de vita, no de muerte”.Hanno anche un periodico perché la stampa ufficiale scrive sempre cazzate, per esempio lei ha detto che adesso i quotidiani argentini scrivono che lei è in Italia in ospedale, che è malata e ha scherzato dicendo: “hanno scambiato “è ospitata in italia con es in hospital in Italia”!
Ha ribadito che le madres son madri di tutti i desaparecidos e che accettare il risarcimento significava abbandonare chi non ha più voce, per loro i figli sono vivi anche se sembra pazzesco e loro, le madres, sono la loro voce. Mi ha fatto ridere perché ha detto che tutti possono fare politica, ché lei non ne capiva niente e che “estaba siempre a pulir”e i figli le dicevano di non pulire ma di fare politica e lei non capiva. Dopo la loro scomparsa ha cominciato a combattere e a resistere e “ahora non pulo mas”.
Questo non è tutto ma le parti più importanti e per il resto è storia di 36 anni di lotta e di strategie e connivenze per metterle a tacere che non ho voglia di riassumere e che non intaccano il messaggio principale. Lottare e resistere sempre tutti i giorni perché la lotta paga.
vostra affezionata inviata especial non richiesta ma spero gradita.
Claudiaps: naturalmente lei parla a nome dell’Asociacion madres plaza del mayo, non de las madres de plaza de mayo – linea fundadora, si sono scisse: la linea fundadora ha accettato il risarcimento dello Stato e si occupa della memoria. Lei non l’ha detto ieri ma è bene ricordare che non sono più unite, hanno intenti diversi. Poi ci sono le abuelas che sono quelle che lottano per ritrovare nipoti rapiti dai miliari e sono un altra cosa ancora.