Femminismi
Petizione, anche no.
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Immagine dal sito della Provincia.
Brutta iconografia della vittima perenne.

C’è una petizione sul sito della Provincia di Udine che si chiama “STOP FEMMINICIDI: BASTA VIOLENZE SULLE DONNE” e che noi non firmeremo.Qui il testo, più sotto alcune nostre considerazioni.

Appello a tutte le Istituzioni, alla Procura della Repubblica di Udine, al Tribunale di Udine
Lisa Puzzoli sia l’ultima vittima di femminicidio in Friuli.
Quasi ogni giorno la cronaca ci racconta di crimini contro le donne. Un lungo elenco di delitti contraddistinti dalla ferocia con la quale gli assassini, spesso legati alle vittime da vincoli relazionali o famigliari, si accaniscono su donne e ragazze. Un fenomeno allarmante per le Nazioni Unite: il “femminicidio” è la prima causa di morte in Italia per le donne tra i 16 e i 44 anni. Eppure il femminicidio è trattato come un delitto di scarsa pericolosità sociale, quasi fisiologico e inevitabile. Basti pensare che violenze e percosse alle donne, spesso preludio dell’omicidio, sono reati contro la persona perseguiti solo con querela della vittima.  
La Provincia di Udine domanda più attenzione agli organismi preposti alla tutela della vita delle persone, alla Procura della Repubblica di Udine, al Tribunale di Udine, affinché si possano evitare morti annunciate di donne vessate e perseguitate che neppure le denunce sporte riescono a salvare, purtroppo..
Chiediamo che tutte le Istituzioni firmino il Protocollo d’intesa in fase di elaborazione da parte dell’Assessorato provinciale alle Pari Opportunità, e con questa petizione pubblica intendiamo far pesare le firme dei cittadini e delle cittadine per convincere anche le Istituzioni scettiche che stanno ponendo qualche resistenza all’ipotesi del Protocollo.
Le violenze sulle donne e i femminicidi non sono un destino inscritto nelle vite delle donne, ma sono cronache di morti annunciate nel vuoto politico e nel silenzio di un territorio che sembra non avere più coscienza.
Firma anche tu la petizione “Stop ai femminicidi, basta violenze sulle donne!”

Intanto noi ci augureremmo che Lisa Puzzoli fosse l’ultima vittima di femminicidio. Punto. Anche se la petizione è provinciale ciò non toglie che non si mostri sensibilità per il resto del mondo.

Ma il vero inghippo è qui: La Provincia di Udine domanda più attenzione agli organismi preposti alla tutela della vita delle persone, alla Procura della Repubblica di Udine, al Tribunale di Udine, affinchè , al fine di, allo scopo di, perchè i suddetti organismi possano contribuire ad evitare morti annunciate di donne vessate e perseguitate che però, neppure le denunce sporte riescono a salvare.

C’è evidentemente qualcosa che non va.

Intanto quali sono gli “organismi preposti alla tutela della vita delle persone”?

Organismi preposti quali emanazioni di: stato, regione, comuni…. Lasciamo stare lo stato che ha appena tagliato i fondi per i centri antiviolenza dandoci in cambio un migliaio di sale giochi; poi, non pare proprio che a livello regionale si sia mostrata questa grande sensibilità per il tema, anzi…. sappiamo qual’è l’imprinting politico della Lega ambito di provenienza del presidente provinciale, non ci dilunghiamo, ma: “la tutela della vita”?

Un intento buono ma una frase oscena perchè nella realtà è connotata da chi di questa frase ha fatto uno strumento di tortura per le donne con ogni impedimento possibile per gli interventi di aborto (mai sentito parlare di obiettori negli ospedali e nei consultori?) e quando queste parole sono pronunciate da esponenti di chiesa cui rappresentanti provinciali portano riverenza e deferenza non c’è storia (chi si ricorda di Eluana Englaro?)

Se la tutela della vita è quella, ne facciamo a meno, grazie.

Ma facciamo finta di crederci; allora, come può un organismo preposto tutelare la mia vita in quanto donna e possibile vittima di violenza e femminicidio?

Procedendo d’ufficio? Una volta la violenza sessuale era considerata un delitto contro la morale. Ora, dopo non poche manifestazioni e rivendicazioni femministe, è reato contro la persona perseguibile con querela di parte. Ma davvero vogliamo invocare il procedimento d’ufficio tout court , cioè un dispositivo che prescinde dalla nostra volontà, non ne tiene conto, agisce d’autorità “per il mio bene”? E chi deve dire qual’è il mio bene? Ma a quale ulteriore perversione vogliamo andare incontro?

La tragica storia di Lisa Puzzoli ha indotto a pensare che se le sue reiterate denunce fossero state dovutamente accolte, la tragedia non si sarebbe consumata. Ma anche questa è una distorsione della realtà perchè non possiamo pensare che uno stalker, quand’anche violento, possa essere incarcerato a vita, … a che cosa ci porta questo appellarci a Procure e Tribunali, ad incrementi di pena, ergastoli, insomma a quello che viene consequenziale dentro questa logica?

A darci l’idea che il femminicidio non sia più trattato come un delitto di scarsa pericolosità sociale, quasi fisiologico e inevitabile? Cioè che venga considerato un atto grave perchè viene punito pesantemente?. Politica della deterrenza. Può funzionare?

E poi cosa vuol dire “di scarsa pericolosità sociale”? A quale concetto di sicurezza sociale ci riferiamo quando pensiamo al femminicidio come negazione della libertà delle donne di fare le proprie scelte sentimentali, sessuali e di vita?.

Bypassando le deliranti farneticazioni di quelli che il femminicidio è la conseguenza del cattivo comportamento delle donne, in realtà non ci pare che i cari politici provinciali o regionali abbiano saputo esprimere nel merito grandi pensieri, tutt’altro. In diverse scelte ed esternazioni regionali e provinciali abbiamo spesso sentito il retrogusto del razzismo, dell’omofobia, della xenofobia, del sessismo.

Alla 118esima vittima si è preso atto che esiste il femminicidio; bene, meglio tardi che mai,ma per favore, non usiamo questa se pur tardiva  presa di coscienza per orientarla verso vicoli ciechi che non intaccano l’origine del problema, anzi, talvolta lo alimentano.

Viviamo in un territorio che sembra non avere più coscienza? Bene, allora cominciamo da lì, dai giornali locali, per esempio, che hanno una responsabilità pesante nel condizionamento; quante volte abbiamo indicato le cronache di femminicidio e violenza come omertose e sostanzialmente fiancheggiatrici?,  cominciamo dal guardare le regole della “famiglia naturale” quella che tanto piace al presidente Fontanini, cominciamo dal mandare a quel paese le intromissioni della chiesa quella alla quale Tondo chiede ispirazione politica… cominciamo, perchè se avessimo cominciato molto prima ci sarebbe anche una coscienza diversa…. E per quella non ci sono petizioni che valgano.

Oppure si fa una petizione per chiedere soldi per i centri antiviolenza, lavoro per le donne, sicurezza economica, servizi; ecco, quello aiuta, tutto il resto è ancora e sempre depistaggio. A che pro?

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