Mi avevano detto e ripetuto che in Spagna c’era un po’ più di libertà sessuale, che camminare per strada era più tranquillo, che ci si poteva vestire come si voleva.
Erano solo fregnacce.
La verità è che in Polonia, che è un posto che sicuramente non è noto per l’antisessismo militante, me ne andavo in giro con le minigonne più mini a notte anche parecchio fonda e mi sarà capitato due volte in un anno di sentire commenti in merito. In questa città della Spagna del Sud in cui mi trovo mi capita due volte a notte, pure se sto con i jeans (e si sa che i jeans sono notoriamente disincentivanti allo stupro…ve lo ricordate?).
Si dice anche che in Spagna l’unione sessuale tra persone consenzienti sia piuttosto facile, sarà pure vero, ma per ora la prima cosa che mi è successa arrivando è stato perdere la spilletta che avevo appuntato sulla giacca “have sex hate sexism” e mi sa proprio che è un brutto presagio…
In compenso si pensa che le città del Nord siano più pulite di quelle del Sud, ma credo che Parigi sia tra le più puzzolenti in cui sia mai passata.
L’unico stereotipo che mi sento di confermare è quello che vede i vegetali brutti essere più buoni: ho mangiato dei pomodori che nemmeno avevo riconosciuto come tali, che erano così rossi e succosi all’interno che era roba da non crederci.
Evviva gli orti e i gruppi d’acquisto, allora.
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Di cose da dire ce ne sarebbero parecchie. Di come mancano le compagne, di come spostarsi continuamente a volte faccia perdere la bussola. Di come ci siano posti belli da scoprire, persone da conoscere, ricerche da fare e cose da studiare.
Però per ora vado a fa la spesa.
Immagine da http://www.tumblr.com/tagged/polaroid-vintage-retro-seventies-novi-sad-serbia-vojvodina-neusatz