Gelosia.
Una donna oggi è stata uccisa “con due tipi di forbici” “per un raptus di gelosia” ed un’altra accoltellata è in gravi condizioni “probabilmente per gelosia”: l’ex convivente l’ha chiusa in casa, pugnalata, lei per fuggire si è gettata dalla finestra, lui si è suicidato dandosi fuoco.
Sembra un intermondo dell’orrore, un incubo dove si aggirano uomini che non riescono a tollerare che una donna possa concepire neanche l’ombra di un pensiero che li escluda; nemmeno quando sono ex; mai.
La “gelosia” diventa il sentimento che arma le loro mani, il loro movente e la ragione che gli articolisti di cronaca invariabilmente gli attribuiscono.
Ma porcaccio quel boia è veramente ora di finirla! Questi uomini sono stati tenuti come principini cullati nell’ abominevole protezione giuridica del delitto d’onore, che, sebbene non da molto, non si contempla più. Cerchiamo di non trovargli un sostituto in un sentimento che tutt*, uomini e donne possono provare, ma che bisogna imparare a modulare perché nessuna persona è di proprietà di un’altra.
Il “raptus di gelosia” è ancora l’assoluzione sociale preventiva che si vuole dare all’uomo che vede solo sé stesso e odia e uccide la donna che lo smentisce. Un femminicida senza più giustificazioni.