A me gli europei non piacciono. Mi sembra che per un po’ diventino tutti nazionalisti senza troppa motivazione e come per i mondiali di una volta mi ricordano che Forza Italia è un partito politico fondato sul niente.
Non sono contro il calcio, mi piace persino andare allo stadio, anche se ho smesso perché pare che porti sfiga. Ma gli europei non li reggo (anche meno dei mondiali che tutto sommato hanno un po’ di senso).
Uno degli stadi in cui si disputeranno le partite è quello di Varsavia, uno stadio costruito sull’esclusione e su una brutta storia all’italiana:
Carlsberg e CocaCola hanno sponsorizzato il ponte sulla Vistola che porta dal centro della città allo stadio nazionale, dove si terrà il calcio d’apertura. Un investimento più grande di quello della spesa totale nella città per anni e ad oggi il più costoso stadio del mondo, lo stadio nazionale è stato costruito per lo più da lavoratori senza documenti, sia migranti sia dislocati internamente. Anche se non sono stati invitati a godere del torneo e ufficialmente non sono mai esistiti, la costruzione dello stadio e quindi l’Euro 2012 non ci sarebbero stati senza il loro lavoro a poco prezzo perché i costi sarebbero stati troppo alti.
La costruzione dello stadio nazionale ha anche procurato altri costi che le autorità di Varsavia non avevano previsto. Lo stadio tentacolare, completo di parcheggi, ha richiesto la liquidazione dell’ex mercato Jarmark Europa, il più grande mercato all’aria aperta in Europa dell’Est e luogo di autoimpiego per numerose comunità migranti e residenti del luogo. Per quelli esclusi dai centri commerciali alla moda e dai lussuosi caffè del centro, Jarmark Europa era il negozio per tutte le necessità, la caffetteria e la piazza della città in un solo luogo, per non parlare del suo essere il posto più vibrante per multiculturalità di Varsavia. Solo due anni fa vi si vedeva sguinzagliarsi una violenza poliziesca senza precedenti contro venditori migranti, criminalizzati per la vendita di beni di contrabbando che minacciavano l’ordine commerciale. Violenza culminata nel tiro fatale contro Maxwell Itoya, un uomo di 36 anni di origine nigeriana, il 23 Maggio 2010. Il poliziotto omicida è ritornato in servizio e ufficialmente il caso è rimasto irresoluto. L’uccisione di Maxwell Itoya coincide con il quinto anniversario di Frontex, che ebbe luogo lo stesso giorno, appena al di là del fiume. -> Il resto è qui, in inglese e qualche altra lingua.
Un’opinione originale sul tema calcio è sicuramente quella de La Fulminante.
Le foto sono il mercato prima e durante la costruzione. Ora c’è una valle di cemento, domani ci saranno solo macchine. A proposito: one less car! ‘sto finesettimana c’è la CIEMMONA!